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Europa in allarme: la Grecia potrebbe essere un cavallo di Troia russo

L’Unione Europea inizia a temere la vicinanza della Russia al nuovo governo greco guidato dal leader di Syriza, Alexis Tsipras. In un’intervista al quotidiano tedensco Handelsblatt, il professore di politica internazionale Carlo Marsala ha dichiarato che la Grecia potrebbe utilizzare il suo veto al Consiglio europeo per ostacolare la pena economica decisa dell’Ue nei confronti della Russia. Poco dopo aver giurato come primo ministro, Tsipras ha contattato Federica Mogherini, lamentandosi di non essere stato consultato per il comunicato sulle sanzioni europee contro il paese di Putin. Non bisogna inoltre dimenticare che la scorsa settimana, durante la riunione a Bruxelles dei ministri degli Esteri sull’estensione del pagamento, il ministro dell’Energia di Atene Lafazanis aveva spaventato i partner europei affermando: “La Grecia non ha alcun interessa a imporre sanzioni alla Russia”.

Concedendo aiuti economici ad Atene, la Russia potrebbe offrire alla Grecia una via di fuga dal programma di salvataggio della Troika in cambio di appoggio sul fronte politico ma soprattutto diplomatico. Questa dipendenza economica, ha dichiarato Marsala, “potrebbe trasformare Atene in un cavallo di Troia di Mosca nell’Unione Europea”. In questo caso l’Europa avrebbe le mani legate: per evitare questo scenario gli Stati Membri potrebbero trovarsi costretti a concedere al nuovo governo greco un taglio del debito e una cancellazione delle riforme dettate dai creditori della Troika.

Su questo tema ha parlato anche lo storico Michael Wolffson che teme che queste nuove simpatie possano indebolire anche la Nato e la politica di sicurezza occidentale che questa rappresenta. Infatti la base marina russa in Siria è bloccata a causa della guerra civile, “una base in Grecia sarebbe l’ideale per Putin e con un’eventuale uscita della Grecia dalla Nato, questo sarebbe possibile”, ha dichiarato lo storico tedesco. Inoltre, se si dovesse arrivare a questo punto l’organizzazione perderebbe il ruolo di mediatore perenne tra Grecia e Turchia con conseguenze inimmaginabili.

Già lo scorso anno alcune esternazioni di Tsipras l’avevano collocato vicino al governo di Putin, infatti durante un viaggio a Mosca aveva accusato il governo dell’Ucraina di aver imbarcato neonazisti al governo.  Secondo Wolffsohn inoltre, la tattica di avvicinamento della Grecia alla Russia potrebbe trovare degli emuli, “in Spagna, Portogallo, Italia, i sostenitori di Tsipras sono già ai blocchi di partenza.

Claudia Gennari

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