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Esplosione a bordo dell'Ara San Juan

UPoco prima di sparire dai radar a bordo dell'Ara San Juan, il sottomarino argentino scomparso nell'Atlantico del sud, si è è verificata “un'esplosione“. Lo ha detto il portavoce della Marina militare del Paese sudamericana, Enrique Balbi. In precedenza si era parlato di una “anomalia idro-acustica, un rumore” In una conferenza stampa, Balbi aveva spiegato che il “rumore” è stato rilevato una settimana fa, il 15 novembre, intorno alle 11 del mattino (le 15 in Italia), circa 30 miglia a nord dal punto dal quale il San Juan si era messo in contatto per ultima volta con il comando della Marina, quattro ore prima.

Rumore

“La nostra Marina aveva chiesto la collaborazione degli Stati Uniti, che a loro volta hanno chiesto informazioni a diversi organismi che rilevano eventi idro-acustici in tutto il mondo. Dopo aver riunito questa informazione ed effettuato un'analisi esaustiva e centralizzata negli Usa, che ha richiesto il suo tempo, oggi abbiamo ricevuto questo indizio”, aveva detto il portavoce militare

Ricerche

In base a questo nuovo indizio, aveva aggiunto, si sta procedendo a un nuovo monitoraggio dell'area dalla quale proverrebbe il rumore, seguendo lo stesso modello di “triplo controllo” usato in precedenza. Questo suppone l'uso di sonar attivi e passivi, in dotazione alle unità navali argentine; immagini termiche, rilevate da aerei americani e monitoraggio di possibili anomalie magnetiche, a carico di un aereo antisommergibili brasiliano, che sorvola le zone interessate a bassa quota.

L'aiuto di Mosca

Anche la Russia, intanto, ha offerto il proprio aiuto nelle ricerche del sommergibile disperso. Lo ha reso noto il governo argentino, riferendo di un colloquio telefonico fra i presidenti Mauricio Macri e Vladimir Putin. Quello del sommergibile è stato l'unico tema affrontato nella conversazione. Nell'agosto del 2000 – ricorda la stampa locale – Putin ha dovuto far fronte alla tragedia del Kursk, affondato con 118 membri dell'equipaggio nel mare di Barents. I ministri della difesa dei due Paesi decideranno le modalità per mettere in pratica l'aiuto di Mosca, aggiungono i media, riferendo in particolare di “una nave oceanografica di alta complessità” adatta alle ricerche in corso nell'Atlantico. I media locali riferiscono che tramite il suo ambasciatore a Buenos Aires, anche la Cina ha offerto il proprio aiuto, anche se su questo fronte, non ci sono stati passi avanti.

Alberto Tuno

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