Destava i sospetti dei medici anche Sue Ellen Kovack, l’infermiera australiana 57 enne tornata pochi giorni fa da un mese di lavoro in Sierra Leone con la Croce Rossa. La donna, che si era presentata martedì mattina in ospedale con una lieve temperatura di 37,6, era stata ricoverata nel dubbio che potesse aver contratto il virus, ma è infine risultata negativa alle analisi. Secondo il capo dei Centri di controllo e prevenzione delle malattie Usa Thomas Friden, “la guerra all’ebola sarà lunga. Nei trent’anni che lavoro nel settore della sanità pubblica, l’unica cosa paragonabile è stato l’Aids all’inizio degli anni ’80. Dobbiamo lavorare ora – ha continuato – per far si che questo non sia il prossimo Aids del mondo”.
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