Il caso Grecia continua a tenere sulle spinte l’economia mondiale. L’Europa non è soddisfatta dei progressi fatti da Atene da quando è stato trovato l’accordo con l’Eurogruppo e il ministro delle Finanze Varoufakis pochi giorni fa ha lanciato l’allarme: “Stiamo finendo la liquidità”. Un quadro preoccupante visto l’ampio debito ellenico. Sulla questione è intervenuto il presidente del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde che spera in progressi “più veloci e profondi” nelle trattative con la Grecia. L’obbiettivo resta quello di ripristinare la stabilità, per cui Atene e i suoi creditori devono “accelerare e approfondire” il lavoro per chiudere la trattativa sul debito.
Non dorme sonni tranquilli nemmeno Mario Draghi che ieri, nella conferenza stampa nell’ambito dei lavori primaverili del Fmi, ha espresso l’auspicio di una “Grecia in salute e partecipe dei benefici delle nostre politiche monetarie”. Il presidente della Bce ha anche sottolineato che è difficile capire se ci sia un rischio di contagio nel breve termine.
Draghi però ha precisato che “abbiamo abbastanza strumenti che, sebbene messi a punto per altre funzioni, verranno certamente usati per affrontare crisi. Siamo meglio equipaggiati rispetto a come eravamo nel 2012, nel 2011, nel 2010″. Di sicuro, ha aggiunto il numero uno dell’Eurotorre, “entreremmo in acque inesplorate nel caso in cui la crisi dovesse precipitare. Ma è davvero prematuro fare ipotesi a questo proposito”.
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