Va in archivio con un risultato tutto sommato positivo il G7 di Biarritz, quello vissuto all'ombra dei dazi e oppresso dal fumo degli incendi in Amazzonia, finita gioco forza al centro delle discussioni (e dei pensieri) dei leader. Finisce in modo inedito, visto che la conferenza stampa conclusiva è insolitamente a due: sui palchetti ci sono Emmanuel Macron, padrone di casa, e Donald Trump, protagonista indiretto. Lui che, solo un anno fa, al G7 aveva dato importanza relativa, preferendo chiudere i giochi in largo anticipo per volare a Singapore, pronto a regalare una foto storica in cui stringeva la mano al leader nordcoreano Kim Jong-un. Stavolta, il Tycoon al vertice dei leader mondiali si è unito consapevole dell'importanza della sua presenza, visto il tema caldo dei conflittuali rapporti commerciali con la Cina e, nondimeno, vista l'mprovvisa partecipazione di Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano.
Un paio di considerazioni necessarie. Il G7 di Biarritz si chiude con due sostanziali risultati: lo stanziamento di un fondo da 20 milioni di dollari per l'Amazzonia e, nondimeno, due importanti aperture concesse da Donald Trump, sia sui colloqui con Pechino che nell'abbassamento dei toni con l'Iran. Per quanto riguarda i roghi della foresta pluviale, resta alta la tensione tra Francia e Brasile, con Macron che resta su posizioni granitiche nei confronti dell'atteggiamento dell'amministrazione Bolsonaro e concede al capo indigeno Raoni un'udienza in pieno G7. I 20 milioni previsti per il piano salva-Amazzonia riguarderanno soprattutto il sostegno all'azione dei Canadair nel contrasto agli incendi.
Su Cina e Iran, Trump concede importanti segnali di distensione: in conferenza, ad esempio, non esita a elogiare Xi Jinping indicandolo come un grande leader e rivelando alcuni colloqui intercorsi con negoziatori cinesi, definite “molto buone e produttive”. Per Trump, un gesto importante: “Ho grande rispetto per il fatto che la Cina abbia chiamato e voglia fare un accordo”. Il che, sostanzialmente, apre a una nuova serie di negoziati per ridurre i dazi: sul tavolo, per il momento, ci saranno quelli più importanti. Per quanto riguarda l'Iran, Trump ha giudicato prematuro un incontro immediato con i leader del Paese ma, qualora si verificassero le condizioni giuste, lo farebbe volentieri: “L'Iran deve rispettare i propri obblighi: mai e poi mai dovrà avere l'arma nucleare e non deve minacciare la stabilità della regione”. Questo lo dicono tutti i leader, non solo Trump.
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