Appuntamento con la storia domani a Cuba: tornerà a sventolare – all’indomani del compleanno di Fidel – la bandiera Usa. A issarla è il segretario di Stato John Kerry in una cerimonia storica alla quale non parteciperanno i dissidenti cubani, che per anni – da quando sono state interrotte le relazioni diplomatiche nel 1961 – sono stati l’unico canale di contatto fra gli Stati Uniti e Cuba. Kerry li incontrerà a margine dell’evento, in una cerimonia più intima per segnalare l’avvio della nuova stagione diplomatica.
La decisione dell’amministrazione Obama di non invitare i dissidenti nasce dalla volontà di non creare tensioni e incidenti, quale un possibile boicottaggio da parte delle autorità cubane, in una giornata storica. La scelta, ovviamente, espone il presidente americano a numerose critiche, come quelle già piovute dal candidato repubblicano, il senatore di origini cubane Marco Rubio.
Il mancato invito è uno smacco agli attivisti democratici cubani: “i dissidenti sono rappresentanti legittimi del popolo cubano e sono loro, e non gli esponenti del regime di Castro, a meritare un trattamento da tappeto rosso dagli americani”. “Non sorprende che i diplomatici nord americani diano la priorità a contatti con il governo cubano. Se ci siamo noi, loro vanno via”, ammette Elizardo Sanches, responsabile della Commissione cubana sui diritti umani e sulla riconciliazione Nazionale.
Kerry è il primo segretario di Stato in carica a recarsi nel Paese dal 1945. E l’attesa conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, è una prima dal 1959, ovvero da quando la rivoluzione cubana ha fatto cadere il dittatore sostenuto dagli Stati Uniti, Fulgencio Batista. Il segretario di Stato americano prevede anche una passeggiata sul lungo mare di L’Avana, mostrando un deciso cambio di atteggiamento da parte degli States.
Obama si augura che il Congresso approvi la rimozione dell’embargo a Cuba e la chiusura del carcere di Guantanamo, alla quale si sta lavorando con un piano che dovrebbe essere presentato dopo la pausa estiva. Il presidente americano ha finora fatto quello cvhe poteva con la sua autorità per mostrare la distensione nei rapporti. Le aziende americane attendono indicazioni precise e guardano con interesse a Cuba e al suo mercato pieno di nuove occasioni, pronte a sbarcarvi non appena le norme sull’embargo saranno chiarite.
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