Gli Stati Uniti sono al lavoro con i loro alleati per trovare una soluzione diplomatica alla crisi con la Corea del Nord. A dirlo è stato James Mattis, numero uno del Pentagono. Parole che arrivano all’esito di una giornata tesa sull’asse Pyongyang-Washington, nella quale non sono mancate minacce espresse di ricorso alle armi.
“Cancelleremo dalla faccia della terra senza alcuna pietà i provocatori (Trump, ndr) che fanno tentativi disperati di soffocare il Paese socialista” ha tuonato il regime nordcoreano “gli Usa soffriranno una vergognosa sconfitta e un destino tragico e definitivo se persisteranno nelle loro avventure militari, sanzioni e pressioni” contro il Paese. Incurante di ogni cautela, Donald Trump, dopo aver minacciato “fuoco e furia” nei giorni scorsi, ha replicato: “Forse le mie parole finora non sono state abbastanza dure. La Corea del Nord deve stare attenta, o sarà nei guai come pochi Paesi sono mai stati prima”. E a chi gli ha chiesto della possibilità di un attacco preventivo da parte degli Usa, il presidente americano ha risposto: “Vedremmo cosa accadrà…”. Anche se l’amministrazione Usa è divisa sul da farsi, tra chi sostiene la linea dura della Casa Bianca e chi predica maggiore prudenza, anche per lasciare aperto uno spiraglio alla soluzione diplomatica di cui ha parlato Mattis.
Nel mirino di Pyongyang c’è la base americana di Guam, isola di 544 km quadrati e abitata da 162 mila persone, distante circa 3.400 km dalla capitale nordcoreana. L’avamposto Usa ospita 7 mila militari, in gran parte di Marina e Aeronautica concentrati nella base Andersen, con il 36esimo stormo aereo rafforzato dai bombardieri strategici B-52 e B-1B, e dai sofisticati sistemi antimissile Thaad, finiti recente anche in Corea del Sud.
La Corea del Nord ha reagito con decisione alle nuove sanzioni decise dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu dopo i due lanci di vettori balistici intercontinentali dello scorso mese, di cui uno fatto il 4 luglio con l’uso di un Hwasong-14 nel giorno della festività americana dell’Independence Day. Gli Usa, ha riportato il Washington Post in base a fonti d’intelligence, ritengono che Pyongyang controlli il processo per la miniaturizzazione di una bomba atomica, passaggio cruciale per assurgere a potenza nucleare. Secondo gli esperti, l’approccio minaccioso del Nord dovrebbe continuare a durare in vista delle manovre militari annuali alle quali Usa e Corea del Sud daranno vita a fine agosto, ma ritenute da Pyongyang come le prove di un attacco ai suoi danni.
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