Apriranno alle 7 del mattino, quando in Italia saranno le 13, i seggi in Venezuela. Oggi infatti il popolo venezuelano è stato convocato alle urne per votare l’Assemblea Costituente promossa da Nicolas Maduro e respinta, perché considerata antidemocratica dall’opposizione. Se l’esito del voto dovesse essere quello auspicato dal presidente venezuelano, Maduro, di fatto, governerà un Paese a partito unico con l’Assemblea Costituente che avrà il preciso compito di riscrivere la costituzione del Venezuela.
Con lo slogan “Domenica tutti a casa”, l’opposizione ha promesso di boicottare il voto e, la giornata di oggi potrebbe diventare il culmine delle proteste che da aprile infiammano il Paese e sono costate la vita ad oltre 100 persone. Ora la priorità del governo è quella di garantire un’alta affluenza alle urne, dopo che l’opposizione ha organizzato un referendum contro la Costituente – senza valore legale – al quale hanno partecipato oltre 7,3 milioni di elettori.
Secondo l’ultimo sondaggio diffuso dalla Datanalisis, una maggioranza schiacciante – il 72,7% – dei venezuelani si oppone all’Assemblea Costituente, e solo il 20,4% la appoggia, ma come ha sottolineato il direttore dell’istituto demoscopico, Luis Vicente Leon a rainews.it, queste cifre probabilmente non danno un’indicazione certa sul tasso di affluenza alle urne.
L’opposizione che vuole boicottare il voto e i sondaggi sfavorevoli fanno temere al governo di Maduro che raggiungere il loro obiettivo non sarà così semplice. Sui social, come riportato da www.rainews.it, si stanno moltiplicando le testimonianze sulle minacce e i ricatti a cui sono sottoposti gli elettori. Ad esempio, su alcuni network sono state pubblicate le “istruzioni” date da uno dei vicepresidenti dell’azienda petrolifera statale Pdvsa, nelle quali si avverte che qualsiasi dirigente che non partecipi alle elezioni e non si assicuri che anche i suoi dipendenti lo facciano sarà licenziato la settimana prossima.
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