Afflitta negli ultimi anni da difficoltà economiche, la Tunisia tenterà, in occasione della conferenza Tunisia 2020 di convincere gli investitori internazionali ad aderire a progetti per un valore complessivo di 50 miliardi di dollari, che si concentreranno sull’economia e la produzione di energia “blu”.
L’economia tunisina è al minimo per alcuni anni dopo la situazione di stallo politico che il paese ha conosciuto, con la caduta del vecchio regime di Ben Ali. A due giorni dall’inizio della Conferenza per gli investimenti “Tunisia 2020”, il premier tunisino Youssef Chahed ha dato il via ieri ai lavori del progetto del porto finanziario di Tunisi. Un progetto dal costo di oltre 3 miliardi di euro che permetterà di creare 1.600 posti di lavoro e mira a fare della Tunisia un hub finanziario per l’Africa. E’ il primo segnale di un possibile rilancio.
Tunis Financial Harbour, questo il nome del progetto, è un centro bancario e finanziario offshore strategicamente posizionato al centro del Mediterraneo, servito da ottimi collegamenti, situato su di un’area di 523 ettari a 25 km a nord della capitale e a soli 15 km dall’aeroporto Tunis-Carthage.
“Presenteremo agli investitori stranieri grandi progetti per un valore complessivo di 50 miliardi di dollari da realizzare nei prossimi cinque anni”, ha detto Fadhel Abdelkefi. Questi grandi progetti riguardano diverse aree di sviluppo. Un porto nella regione di Enfidha (Nord-est), la costruzione di centrali elettriche e impianti di desalinizzazione dell’acqua marina…
Tornando al Tunis Financial Harbour, la Tunisia resterà una destinazione d’investimenti speciale, grazie al suo grande potenziale competitivo – ha detto Chahed – aggiungendo che il governo sta lavorando “per riportare la Tunisia al primo posto sulla scena internazionale degli investimenti”.
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