Donald Trump ha chiuso la fondazione che porta il suo nome (la TrumpFoundation), finita recentemente nel mirino della procura di New York.
A lavorare ai fianchi della Fondazione era stata il procuratore generale Barbara Underwood, che aveva accusato la famiglia del presidente americano di aver messo in atto “persistenti illegalità“. Oggi la Undwerwood ha indicato la decisione di Trump come una “vittoria dello stato di diritto: la legge è uguale per tutti”.
La fondazione avrebbe violato le norme sulle organizzazioni benefiche sostenendo la campagna presidenziale di Trump nel 2016. “Donald J. Trump ha sfruttato il controllo sulla Donald J. Trump Foundation a proprio vantaggio per i suoi interessi d'affari, personali e politici, violando le leggi federali e statali che regolano le organizzazioni caritatevoli”, afferma la denuncia, presentata a ottobre scorso contro il presidente e i suoi tre figli maggiori: Ivanka, Eric e Donald Junior. Underwood chiedeva proprio lo scioglimento della fondazione e che si impedisse ai Trump di dirigere in futuro altre organizzazioni no profit.
La stessa fermezza è stata sostenuta anche da Letitia James, democratica neo eletta alla carica di procuratore generale dello Stato di New York e che si insedierà a gennaio: James ha promesso che scaverà negli affari dell'imprenditore Trump, che secondo l'accusa ha utilizzato la Fondazione come cavallo di Troia sia elettorale che negli affari immobiliari. “Useremo ogni area della legge per indagare sul presidente Trump e sui suoi affari, nonché su quelli della sua famiglia” e le ricerche saranno estese anche a “chiunque faccia parte del suo cerchio“, aveva detto di recente James, la cui intransigenza deve forse aver spinto Trump alla mossa odierna. La Corte suprema di Manhattan, tra l'altro, nei giorni scorsi aveva stabilito che il presidente non può godere di alcuna immunità nelle cause di competenza statale e dovrà quindi rispondere dell'uso improprio del denaro raccolto dalla fondazione benefica nel 2016.
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