L'Isis sta approfittando della guerra per tornare in Libia. Finora ci sono stati quattro attacchi al sud, ma io credo che abbia cellule dormienti anche a Tripoli e altrove” ed è una minaccia “prima per la Libia, ma anche per l'Europa”. E' l'allarme di Ghassan Salamé, rappresentante speciale Onu, intervistato da La Stampa, dopo il suo intervento al Consiglio di Sicurezza. “Abbiamo bisogno del cessate il fuoco – raccomanda -, per tornare al negoziato politico, ma non possiamo averlo senza che i Paesi più coinvolti lo chiedano. Siamo allo stallo militare, dobbiamo tornare al processo politico“.
Nel corso dell'intervista al quotidiano torinese, il diplomatico ha parlato anche dell'ipotesi secondo cui 100mila migranti potrebbero partire dalla Libia verso le coste europee. “Non so come siano arrivati a questa stima”, la sua replica. Ma è possibile che aumentino le partenze? “Finora non l'abbiamo visto, ma potrebbe avvenire”. Salamé afferma di essere “risentito con gli europei, perché pensano solo a due questioni: migrazioni e terrorismo. In Libia – spiega – ci sono 800mila stranieri che non hanno mai cercato di attraversare il mare. Poche migliaia ci hanno provato, e sono nei centri di detenzione. Ma cosa facciamo con gli 800mila che non hanno mai cercato di imbarcarsi?” Secondo Salamé “non è vero che ogni non libico in Libia sogni Napoli. Non è vero. La soluzione migliore per il futuro è avere un'autorità unica e legittima in Libia. Tutti gli altri metodi non funzionano. Gli europei – conclude – dovrebbero concentrarsi su questo, invece di fare altro”.
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