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Boom dei Verdi, Afd non sfonda, crolla la Csu

La Baviera si trasforma nella Waterloo di Angela Merkel e dei suoi alleati. Le elezioni del lander della Germania meridionali segnano il boom dei Verdi e l'avanzata di Alternative fue Deutschland (Afd), che conquista posti nel parlamento regionale ma non ottiene i risultati clamorosi che sperava. 

Gli sconfitti

Per Csu, Cdu e Spd, grandi sconfitti della taornata elettorale, si apre una fase di riflessione e di grande apprensione. Decisivo, per la Grosse Koalition, sarà decisivo il test dell'Assia il 28 ottobre. Rispetto al 2013 il partito di Horst Seehofer perde 10 punti (quando ottenne il 47,7%). Il candidato presidente Markus Soeder ha comunque rivendicato il diritto al governo: “Non è una giornata facile e abbiamo avuto un risultato doloroso. Ma una cosa è chiara: non solo siamo il partito più forte, ma abbiamo anche un chiaro mandato a governare“. Soeder ha anche annunciato di “voler parlare con tutti i partiti, ma non con l'Afd”.

Scenari

La Csu potrebbe formare un esecutivo con i Verdi, che trionfano col 17,8% (+9,2 rispetto al 2013), ma forse anche con i Freie Waehler, politicamente più affini e fra i vincitori della serata con l'11,6% (+2,6). L'analisi sul voto vede una linea bipartisan: a penalizzare i grandi partiti nazionalpopolari sono state “le liti a Berlino, lo stile sbagliato, i toni”, come affermato dalla segretaria della Cdu Annegret Kramp-Karrembauer. Opinione condivisa dai socialdemocratici di Andrea Nahles, sotto pressione dopo aver visto il consenso dimezzarsi e precipitare sotto la soglia psicologica del 10 (al 9,5%): “Si deve cambiare“, ha detto facendo riferimento al clima bellicoso della Grosse Koalition. Lo stesso Soeder non ha fatto mistero di pensarla così.

Clima incandescente

Gli sconfitti puntano il dito quindi, senza nominarlo, contro un evidente responsabile: il bellicoso Seehofer, che ha trascinato il governo ben due volte in crisi negli ultimi mesi, facendo perdere la faccia a tutti, a Monaco e a Berlino. Lui però, il ministro dell'Interno, non sembra disposto a mollare: “afflitto” dal risultato (“quando c'ero io qui era diverso”) Seehofer ha promesso che si tireranno “le necessarie conseguenze”, ma ha anche affermato di voler “naturalmente portare avanti la sua responsabilità”. La morte politica di questo anziano leader, pronto a resistere, non si annuncia facile. E complicherà il dibattito anche nei prossimi giorni, in Germania.

Vincitrice

“Abbiamo raggiunto un risultato storico“, la Baviera sceglie di puntare su “coraggio, fiducia, passione, chiedendo un governo che risolva i problemi invece di provocarli”, ha esultato intanto la vera eroina di questa partita, Katharina Schulze. È chiaro che gli elettori “chiedono che non si vada avanti così“, ha aggiunto il leader federale del partito Robert Habeck. Un'alleanza con la Csu, ampiamente possibile stando ai numeri, non è scontatissima, anche perché si sono già fatti avanti anche i Freie Waehler di Hubert Heiwanger, che pure potrebbero stare al governo (se le proiezioni confermeranno il trend emerso).

Afd

“Chi ha votato per noi ha detto anche che Merkel deve andarsene. Liberate la strada per le nuove elezioni”, ha detto la leader di Afd Alice Weidel. In Baviera l'ultradestra entra nel parlamento regionale con un esito a due cifre raggiungendo il 10,7%, ma non sfonda. E quindi i leader non esultano: “La concorrenza dei Freie Waehler è stata forte”, ha ammesso Meuthen. In bilico i liberali di Christian Lindner dati per ora al 5% (+1,7), mentre restano ancora una volta fuori quelli della Linke. In Italia intanto i partiti leggono i risultati con lenti diverse. 

Francesco Volpi

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