Due anni di lutto e dolore sono trascorsi da quella tragica sera del 13 novembre 2015, quando gli attacchi simultanei dell'Isis gettarono nel terrore la città di Parigi, dallo Stadio dei Principi al Teatro Bataclan, dove si conusmò una delle stragi terroristiche più feroci avvenute sul territorio europeo. Ventiquattro mesi durante i quali qualcosa è cambiato, con il sedicente Stato islamico in rotta in Medio Oriente ma con lo spettro del terrorismo tutt'altro che esorcizzato dal Vecchio continente. Fra il massacro di Parigi e il suo secondo anniversario, infatti, le ombre del fondamentalismo hanno oscurato a più riprese gli Stati della vecchia Europa, alle prese con gli effetti della propaganda più che con azioni coordinate. E, proprio all'arretramento delle milizie jiahdiste in Medio Oriente, dall'area occidentale del mondo continuano a guardare con preoccupazione, in particolare in riferimento al rientro al di qua del Golfo dei cosiddetti foreign fighters, in fuga dalla Siria e dall'Iraq.
In occasione del secondo anniverasrio delle stragi di Parigi, nelle quali furono massacrate 130 persone (compresa l'italiana Valeria Solesin), la Francia (e con lei tutta Europa) si è raccolta per una sobria commemorazione, alla presenza del presidente Emmanuel Macron e dei sindaci di Parigi e Saint-Denis, Annie Hidalgo e Didier Paillard. Una cerimonia raccolta, senza discorsi o appelli ma con un minuto di silenzio in memoria di chi, quella notte, restò vittima della follia fondamentalista. Fra i presenti, anche l'ex presidente Hollande il quale, ad attacchi ancora in corso, dichiarò lo stato di emergenza in tutta la nazione. Una paura, quella degli attacchi terroristici, ancora viva nei cuori dei cittadini francesi e in quelli di chi, al fuoco dei terroristi, riuscì a sopravvivere: a lenire le cicatrici dello spirito e del corpo, qualcuno dei 360 feriti ci ha provato con un tatuaggio, altri cercando conforto nei familiari, altri ancora con l'aiuto di specialisti. Ma la verità, come notato anche da un sondaggio Ifop effettuato fra i francesi, è che l'incubo non è ancora scomparso: il 92% degli intervistati, infatti, teme altri attacchi terroristici sul suolo di Francia.
In una sorta di percorso ideale che ripercorrera i luoghi della strage, da Saint Denis al Bataclan, le commemorazioni partiranno dallo Stade de France per attraversare i locali (bar e ristoranti) nei quali i parigini cercarono di sfuggire ai proiettili dei terroristi. Un percorso della memoria che si concluderà proprio al Teatro Bataclan, dove i morti furono 90. Luogo simbolo del massacro e, più in generale, di un odio folle e spietato che, a due anni di distanza, continua a far paura.
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