Ultimo appello” del commissario Ue agli Affari Interni, Dimitris Avramopoulos, agli Stati membri contrari al Global Migration Compact, affinché “ripensino e cambino la loro posizione”.
Il patto Onu, ha spiegato, “è nell'interesse dell'Europa, degli Stati membri e di tutti i Paesi direttamente o indirettamente coinvolti nelle migrazioni”. “Io andrò a Marrakech sarò lì a rappresentare l'Ue – ha aggiunto – avrei preferito che tutti gli Stati membri avessero dato il pieno assenso a una posizione comune. Non è cosi'. Alcuni stati membri non vogliono essere parte” del patto. Il commissario si è detto “dispiaciuto non solo che alcuni Paesi vogliano ritirarsi o si siano ritirati, ma anche che la loro reazione sia arrivata così tardi“. Secondo Avramopoulos, “c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui alcuni partiti politici leggono e interpretano” il Global Compact. Il documento Onu non servirà a “aumentare l'immigrazione“, né costituisce “un invito alla gente a venire in Europa. Ci aiuterà a ridurre l'immigrazione irregolare“. Per contro il patto globale “non è vincolante” per gli Stati membri, ha spiegato Avramopoulos.
Oggi, intanto, la Commissione ha proposto di separare la riforma di Dublino da un pacchetto di altri provvedimenti legati alla revisione del sistema europeo comune di asilo per superare lo stallo attuale in vista del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre. Secondo l'esecutivo comunitario, cinque riforme sono pronte per essere adottate all'inizio del 2019: il regolamento sulle condizioni per i richiedenti asilo, la direttiva sulle condizioni di accoglienza, il regolamento sull'Agenzia dell'Ue per l'asilo, il regolamento Eurodac e il regolamento sul quadro dell'Unione per il re-insediamento. L'adozione immediata di queste cinque proposte “farebbe una differenza reale sul terreno“, ha spiegato la Commissione. Per contro sulla riforma del regolamento di Dublino, sul regolamento sulle procedure di asilo, sul rafforzamento dei Guarda-frontiera e Guarda-coste europeo e sulla direttiva rimpatri, la Commissione auspica che sia raggiunto un accordo politico prima delle elezioni europee del maggio 2019. Il Parlamento europeo e diversi Stati membri finora si sono detti contrari a separare i vari provvedimenti contenuti nel pacchetto sulla riforma del sistema europeo comune di asilo.
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