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Australia, via i diplomatici russi

L'onda lunga del caso Skripal ha ormai assunto proporzioni decisamente ampie, andando a toccare indifferentemente Paesi al di là e al di qua dell'Oceano Atlantico, concordi nell'adottare, come linea d'azione, l'allontanamento dei diplomatici russi dai propri territori, suscitando non poca irritazione dalle parti di Mosca. Lo hanno fatto, nelle ultime ore, diversi Paesi dell'Unione europea, lo avevano già fatto gli Stati Uniti e lo ha fatto naturalmente la Gran Bretagna. L'ultima, in ordine cronologico, è stata l'Australia che ha espulso dal territorio nazionale due ambasciatori del governo russo (i quali avranno sette giorni per spostarsi in un'altra città), proprio in segno di solidarietà al Regno Unito sul caso dell'avvelenamento di Sergej Skipral e di sua figlia Yulia. Il primo ministro australiano, Malcolm Turnbull, ha affermato che entrambi erano agenti dell'intelligence non dichiarati.

Turnbull: “Comportamento spericolato”

Quattordici Paesi europei (oltre a Stati Uniti e per l'appunto Australia) hanno manifestato in questo modo la propria vicinanza “istituzionale” alla Gran Bretagna, suscitando le remore del Cremlino, dal quale hanno già specificato che l'atteggiamento di queste Nazioni può essere considerato come un atto chiaramente ostile, precisando che non mancherà una reazione da parte della Russia, a riprova di un clima di crescente tensione. L'Australia, dal canto suo, ha fatto sapere tramite il premeier Turnbull che l'attacco ai danni di Skripal e di sua figlia può essere definito “il primo uso offensivo di armi chimiche in Europa dalla Seconda guerra mondiale”, oltre che un comportamento “spericolato e deliberato” da parte della Russia che danneggia la sicurezza globale e viola le regole contro l'uso di armi chimiche.

Trump: “Atteggiamento di destabilizzazione”

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha toccato l'argomento anche durante una conversazione con il primo ministro canadese, Justin Trudeau, occasione per ribadire come gli Usa quanto il Canada esprimano la loro solidarietà verso il Regno Unito. Da parte loro, i due leader hanno tenuto a sottolineare che nei loro prossimi incontri vi sarà l'opportunità per discutere di espulsioni congiunte di agenti dell'Intelligence russa entro i loro confini. Il tutto, naturalmente, in risposta a quella che è stata definita una messa in pratica di un attacco con agenti chimici di livello militare sul suolo del Regno Unito. In una nota della Casa Bianca, è stato spiegato che “il comportamento della Russia è solo il più recene nell'interrotto schema di attività e destabilizzazione nel mondo”.

 

redazione

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