Ancora una volta le acque libiche sono al centro della cronaca, questa volta però i migranti a bordo di un barcone sono stati salvati tutti. In mattinata, a circa 15 miglia più a nord del punto in cui ieri si è rovesciato un peschereccio, sono stati soccorsi 381 migranti, tra cui 55 donne e 26 bambini provenienti dalla Siria, dal Bangladesh e dall’area sub sahariana. Le operazioni di salvataggio sono state portate avanti dalla nave Fiorillo che si trovava nella zona per le ricerche dei dispersi del naufragio di ieri.
Quanto al barcone che ieri si è rovesciato in mare, dalla centrale operativa della Guardia Costiera, il bilancio, seppur provvisorio, è di 373 migranti in salvo e 25 cadaveri recuperati. Stando ai racconti dei superstiti, sull’imbarcazione erano presenti circa 600 persone.
Solo pochi giorni fa, l’Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim), ha pubblicato un rapporto in cui viene definito il numero delle vittime del Mediterraneo dall’inizio del 2015. Quasi 2000 i morti contro i 3270 dell’intero 2014. Un’emergenza che sembra essere solo all’inizio e che vede impegnate in prima linea Grecia e Italia nella fase di “sbarco”. Una crisi umanitaria che ha portato ad una vera e propria spaccatura nel Vecchio Continente tra i Paesi disposti a farsi carico dei profughi e altri ancora che invece faticano ad aprirsi all’accoglienza.
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