Categories: Esteri

Al-Bashir trasferito in un carcere di Karthoum

Omar al-Bashir, deposto presidente sudanese, è stato trasferito da una “residenza forzata” a un noto carcere nella parte nord di Khartum. Lo riferisce il Sky News Arabiya citando il giornale sudanese Akher Lahza.

Destinazione

L'ex-trentennale autocrate, deposto giovedì scorso da un golpe militare compiuto dopo mesi di proteste popolari, è stato trasferito nel penitenziario di Kober, precisa il quotidiano confermando che le autorità intendono processarlo in Sudan senza estradarlo all'Aja dove é ricercato per il genocidio in Darfur

Il carcere

Secondo il giornale, “martedì sera Bashir avrebbe lasciato la casa d'accoglienza dove era in residenza forzata e si trova alla prigione di Kober in regime di massima sicurezza”. Si tratta di un vecchio edificio coloniale britannico in cui sono passate intere generazioni di capi politici sudanesi, dai primi nazionalisti all'intera leadership parlamentare, sindacale e della società civile nel 1989/'90, aveva ricordato tempo fa il sito African Arguments riferendosi all'anno in cui Bashir prese il potere a sua volta con un colpo di Stato. Fin dalle prime ore del golpe, la giunta militare aveva messo in chiaro non consegnerà Bashir alla Corte penale internazionale (Cpi) che dall'Aja lo accusa di crimini di guerra e contro l'umanità, nonché di genocidio. Si tratta di una delle nove province storiche del Sudan che si sentiva discriminata dal governo centrale e dove negli anni Duemila la repressione delle milizie dell'esecutivo ha causato circa 300 mila morti e 2,7 milioni di sfollati.

Asilo in Uganda?

L'Uganda, intanto, ha fatto sapere di poter prendere in considerazione l'eventuale richiesta di asilo da parte di al-Bashir. “Se lo chiede – ha detto il sottosegretario agli Affari Esteri, Henry Okello Oryem – il presidente Museveni (anche lui al potere da oltre 30 anni) potrebbe fare delle valutazioni”. Bashir “fu co-garante per l'accordo di pace in Sud Sudan; ha giocato un ruolo molto cruciale e per il quale siamo molto grati”, ha detto ancora Oryem ribadendo che “un suo asilo in Uganda é qualcosa che potremmo prendere il considerazione”. 

Luana Pollini

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