Mitoraj resterà per sempre tra gli scavi di Pompei. La sua opera “Dedalo”, in questi mesi bella mostra vicino al tempio di Venere, imponente e colossale tanto da segnare il paesaggio degli scavi accogliendo i visitatori all’ingresso della città antica, è divenuta “il simbolo della nostra filosofia: Pompei come luogo del contemporaneo”. E’ quanto afferma, soddisfatto, il direttore Osanna, annunciando il regalo che Fondazione Mitoraj e Galleria Contini hanno fatto al sito archeologico proprio nel momento della sua rinascita, con i lavori di restauro finanziati dall’Europa che si avvicinano alla conclusione e sempre più visitatori che si aggirano fra le domus della città antica patrimonio dell’Umanità.
Il ricordo di Contini
A maggio si chiude la scenografica mostra dell’artista franco polacco con le 30 grandi statue che da un anno dialogano con le rovine romane, ma come è già successo nei templi di Agrigento e a Pisa, un’opera del maestro rimarrà. “Per lui un sogno che si realizza, ne sarebbe felice”, sottolinea accanto al ministro l’amico gallerista Stefano Contini. Luca Pizzi, che di Mitoraj è stato assistente per vent’anni, annuisce: “Anche quando era alla fine, in ospedale a Parigi – racconta – il maestro si struggeva per il progetto della mostra a Pompei, mi chiese di tornare subito a Pietrasanta per occuparmene”. La malattia precipitò e il maestro non fece in tempo a vedere realizzato il sogno di esporre le sue statue tra le rovine romane. “Eppure aveva immaginato tutto – insiste l’assistente – aveva pronto da anni un progetto preciso che era stato bloccato dopo il crollo della Schola Armaturarum”. L’incontro con Franceschini, quando l’artista era già malato, lo aveva fatto ripartire, ma non riuscì a vederlo concluso. Non si può attribuire al maestro – morto il 6 novembre del 2014 – neppure la scelta di lasciare a Pompei proprio la statua di Dedalo. “Ma è stata una decisione condivisa tra fondazione galleria e direzione di Pompei”, spiega Osanna, “Abbiamo scelto di comune accordo Dedalo – aggiunge- per la sua collocazione spettacolare vicina all’entrata, ma anche perché il mito di Dedalo è molto presente negli affreschi delle domus”. Tant’è, dopo Pompei, annuncia il ministro, “si sta ragionando su un’altra mostra di Mitoraj da realizzare ancora una volta in un sito archeologico”. Il Palatino o l’appena istituito Parco del Colosseo? Franceschini sorride e non si sbilancia: “Stiamo ragionando, su diverse ipotesi, preferisco non dire nulla”, risponde.
A Pietrasanta un museo dedicato a Mitoraj
Intanto a Pietrasanta, la “Piccola Atene” toscana dove il maestro viveva e lavorava, si sta lavorando per aprire il Museo a lui dedicato, che ospiterà “una parte molto significativa delle opere” ugualmente donate allo Stato e che sarà gestito, almeno in un primo momento, da stato e comune. “Il comune ha già identificato l’immobile e c’è lo stanziamento per il restauro”, ricorda il ministro. L’iter per la realizzazione del museo, che sarà allestito nell’ex mercato coperto di via Oberdan (dove possono trovare posto anche le opere più pesanti) e finanziato con 2 milioni di euro del decreto Grandi Progetti, è stato avviato a febbraio. I lavori dovrebbero partire tra qualche mese. Ma l’anima di Mitoraj è anche a Pompei, con il suo Dedalo che scruta fiero l’orizzonte.