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Murales di Banksy a Gaza: macerie colorate per condannare la guerra

Dissacrante, ironico, impegnato: come al solito Banksy riesce a far parlare di se a tutto il mondo. La nuova impresa del writer britannico è stata quella di aver dipinto quattro nuovi graffiti nella desolazione di Gaza. Su questo ha pubblicato sul suo sito un video di circa 2 minuti, studiato come uno spot turistico, che si apre con l’ironico invito a “scoprire una nuova destinazione”, per visitare posti “fuori dai circuiti turistici tradizionali”. Punta il dito poi sulla situazione politica del Pese, che “gli abitanti amano così tanto da non lasciarlo mai e sono sorvegliati da vicini amichevoli”. Da questo si evince che l’artista è arrivato a Gaza, sembra attraverso tunnel sotterranei, per sostenere la causa palestinese. Il video infatti ha l’obiettivo di mostrare la situazione della striscia di Gaza dopo la guerra con Israele del luglio 2014, in cui sono morti più di duemila civili, ci sono infatti diverse immagini di bambini che si aggirano tra le macerie e in sovrimpressione vengono mostrati i numeri dei morti e delle case distrutte dalla guerra.

Bansky ha pubblicato il primo graffito la mattina del 25 febbraio sul suo account Instagram senza rivelare la posizione geografica, resa nota solo in seguito. Il murale si ispira all’opera Il pensatore di Auguste Rodin e si intitola Bomb Damage. In un altro murale si vedono dei bambini su una giorstra e nel terzo una gatta con un vistoso fiocco rosa al collo che “dice al mondo che si sta perdendo tutto il bello della vita”. Infine una scritta di colore rosso su un muro bianco in cui l’atteggiamento di fronte al conflitto fra Israele e palestinesi viene sintetizzato così: ”Se ci disinteressiamo del conflitto tra i forti e i deboli, ci mettiamo dalla parte dei forti, non siamo neutrali”.

Insieme alle foto il noto writer ha rilasciato due commenti sulla situazione in cui versa il Paese, nel primo dice che spesso Gaza “è descritta come la più grande prigione del mondo all’aria aperta”, perché nessuno è autorizzato a entrare o uscire. “Ma – continua – definirla così sembra ingiusto nei confronti delle prigioni, visto che qui manca l’elettricità o l’acqua potabile quasi tutti i giorni”. Nella seconda rilascia un commento anche sulla sua opera, infatti afferma che un uomo gli ha chiesto cosa significasse la sua opera, e lui ha spiegato di voler mostrare la distruzione di Gaza “mettendo foto sul mio sito, ma la gente su internet guarda solo foto di gattini”.

Claudia Gennari

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