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L’eremo di Valleremita-Val di Sasso di Fabriano torna a splendere

Fu il primo convento a ospitare San Francesco nelle Marche, nel 1210. L’eremo di Valleremita-Val di Sasso di Fabriano, abbandonato nel 1866 e riabitato dai frati dal 1966, viene restituito all’uso collettivo dopo 2 anni di restauri. Il luogo conserva un suo innegabile fascino, soprattutto grazie alla sua posizione, che si affaccia come un balcone ardito e stupendo sulla valletta cupa e angusta di Valleremita.

”Recuperiamo la storia di una comunità e un patrimonio di fede e arte – ha detto il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – e creiamo un’offerta turistica legata alla spiritualità. Un’operazione che nasce dal desiderio di ricostruire il tessuto sociale e culturale di questo territorio. Il segmento religioso e spirituale è già una componente fondamentale del nostro turismo, visto che rappresenta il 26% del totale regionale e di questo, l’81% è costituito da stranieri. Si tratta però di una forma di turismo mordi e fuggi che vogliamo mettere a sistema”.

La Regione Marche ha finanziato questo intervento con 3.511.000 euro recuperati attraverso i Fondi Fas 2007-2013. I lavori sono cominciati a febbraio 2012 e in due anni sono stati restaurati e riconsegnati alla comunità 1.500 mq del complesso originario.

“Da qui San Francesco è entrato per la prima volta nelle Marche – ha detto Spacca all’inaugurazione – Qui era ospite Gentile da Fabriano che ha dipinto per questo eremo il meraviglioso Polittico che si trova attualmente alla Pinacoteca di Brera. Il monachesimo e il francescanesimo hanno radici profonde in questa regione e la riflessione dei suoi protagonisti è diventata concreta azione con istituti a servizio della collettività come la mezzadria nata con la Carta di Fonte Avellana e i monti di pietà, ideati da San Giacomo della Marca”. Padre Ferdinando Campana Provinciale dei Frati Minori delle Marche, dopo aver ripercorso la storia dell’Eremo fin dalle sue origini, ha detto che ”Valdisasso può tornare a rigermogliare. La Regione Marche ha ridato vita ad uno dei monumenti più belli e significativi della storia locale e che più di ogni altro ha accompagnato la storia della città di Fabriano, dell’Ordine Francescano e degli Appennini, custodi gelosi di eremi e monasteri, abbazie e chiese rupestri di straordinaria bellezza. L’Eremo di Valdisasso – ha concluso – sarà ancora una volta il tesoro più prezioso di un territorio, riuscendo ad allietare e ad unire uomini e donne dello spirito e della cultura, cercatori appassionati delle bellezze della natura e dell’arte, desiderosi di spazi e tempi di verità e di luce, in semplicità ed armonia con la natura e lo spirito”.

Sara Sbaffi

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