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Insegnare… divertendo: “Siamo fatti così” festeggia 30 anni e torna in prima serata

Probabilmente non c’è bambino che, tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90, non abbia mai posato il proprio sguardo sulla storica serie “Siamo fatti così”, ideata da Albert Barillé e primo cartone interamente incentrato sul corpo umano. Divertente, istruttivo e con personaggi via via diventati iconici, il programma venne messo in onda 8 anni dopo l’altrettanto famosa serie “C’era una volta l’uomo”, assieme alla quale rappresenta l’opera maggiormente identificativa del fumettista francese. A partire dal 9 gennaio, alle ore 21.30, il canale “cartoonito” riproporrà tutti i 26 episodi in prima serata, riportando sugli schermi le avventure dei globuli rossi Emo e Globina, vissute all’interno dell’organismo di Pierrot (il bambino protagonista) assieme alla loro saggia e anziana guida, Globus.

Trent’anni esatti sono trascorsi dalla prima messa in onda, nel 1987. Eppure, la semplicità educativa di “Siamo fatti così”, ha attraversato indenne gli anni, mantenendo il suo ruolo di programma per bambini nel quale, felicemente, si mescolano ilarità e insegnamento, una prerogativa dell’opera di Barillé. La riproposizione in videocassetta, assieme a dei volumi illustrati e dettagliati sulle varie tematiche affrontate nel corso delle puntate, edita dalla DeAgostini, hanno contribuito, agli inizi degli anni 90, a una maggiore diffusione dei suoi contenuti, rendendoli disponibili in ogni momento, utili per trascorrere un’ora di svago (i nastri si componevano di due episodi, di circa 25 minuti l’uno) o per affrontare le prime ricerche scolastiche.

Nelle ultime 30 primavere, la serie è stata riproposta più volte ma, in questa occasione, la sua comparsa in prima serata significa celebrarne il “compleanno” con tutti i riguardi riservati a un grande nome della tv. Questo perché, naturalmente, la capacità del lavoro dello sceneggiatore francese di coinvolgere il pubblico infantile in modo così profondo e ambivalente, ha giocato un ruolo fondamentale, consegnando alle famiglie un prodotto completo e interessante, per i piccoli ma anche per gli adulti.

Largo, allora, ai vari globuli rossi con ossigeno a carico, agli infidi virus striscianti o ai corpulenti batteri, i “cattivi” della serie, nonché alla navicella volante del colonnello Pierrot, comandante in capo dei globuli bianchi: ogni personaggio ha un suo ruolo e una sua particolare caratterizzazione facciale, tipica di ogni opera di Barillé, fattore che, in qualche modo, ha inciso sull’identità iconica della trasmissione animata.

Un appuntamento non solo per nostalgici, dunque, ma anche un modo per i bambini di oggi, di capire come un semplice cartone possa rappresentare uno dei tratti distintivi di una generazione. E, ovviamente, come riesca a insegnare molto… divertendo.

Damiano Mattana

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