Il mondo della tv è in lutto per l'improvvisa scomparsa di Anthony Bourdain, fra i celebrity chef più noti degli Stati Uniti e compagno della regista italiana Asia Argento. Il famoso cuoco è stato trovato privo di vita questa mattina, in un albergo di Kaysersberg, nei pressi di Strasburgo, dove si era recato per girare un episodio del suo programma, Parts Unknow. Al momento non sono chiare le circostanze della sua morte ma, secondo quanto riportato dalla Cnn (la rete che trasmetteva il suo programma), lo chef si sarebbe tolto la vita. Secondo la Procura francese, infatti, non vi sarebbe motivo di sospettare altre cause di morte. Il cuoco newyorkese avrebbe compiuto 62 anni il prossimo 25 giugno. Nel riportare la notizia della sua scomparsa, la Cnn lo ha salutato con queste parole: “Il suo amore per le grandi avventure, i nuovi amici, il cibo e il vino buono e le straordinarie storie dal mondo lo rendevano un narratore unico. I suoi talenti non hanno mai smesso di stupirci e ci mancherà molto”.
Bourdain, dopo la pubblicazione del suo libro autobiografico 'Kitchen Confidential', aveva convogliato la sua carriera di chef sui binari dell'esplorazione, iniziando a girare il mondo per sperimentare nuove culture e nuovi incontri gastronomici. Un modo estremamente originale di raccontare i popoli e la loro cultura, che lo aveva portato a viaggiare in quasi tutti i Paesi del mondo, dove ha sperimentato via via le tradizioni culinarie portandole sul piccolo schermo. In una particolare occasione, ad Hanoi, in Vietnam, fra i suoi ospiti a tavola vi era stato nientemeno che l'allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. La relazione con Asia Argento, che ha sostenuto nella sua battaglia contro gli abusi nel mondo dello spettacolo, era iniziato dopo un incontro avvenuto proprio sul set di Parts Unknow, del quale Argento era stata alla regia per una puntata.
Prima della tv, Bourdain era stato un cuoco di successo nella New York degli anni 90: diplomato al Culinary Institute of America nel 1978, aveva iniziato la sua carriera lavorando in diversi prestigiosi ristoranti della Grande Mela, sviluppando un percorso in crescendo fino alla nomina di executive chef della Brasserie Les Halles di Manhattan, nel 1998. Dalla pubblicazione del suo libro, due anni dopo, era iniziata la sua carriera di divulgatore gastronomico, spesso in aree estremamente povere del pianeta, dove portava le telecamere non solo per mostrarne le abitudini alimentari ma anche le difficili condizioni di vita.
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