Dubai guarda al passato per ritrovare un’identità culturale

Dubai dall'alto

Dubai, il simbolo dell’innovazione e della modernità, prova a guardare al proprio passato per ritrovare le proprie radici culturali. Le zone di Al Shindagha, Bur Dubai, Al Faidi, Deira, il cuore della vecchia Dubai cresciuta sulle rive della Creek, l’insenatura marina che si insinua per qualche chilometro nel deserto, saranno restaurate e riabilitate per raccontare la ricca storia dell’emirato.

Il “distretto storico” sarà trasformato in un’area che della Dubai pre-petrolifera ripercorrerà e riproporrà le sue tradizioni: la pesca, commercio delle perle e le produzioni artigianali. Il progetto, che coprirà un chilometro e mezzo quadrato, è un’isola pedonale che permetterà di spostarsi da una zona all’altra ed è articolato intorno a cinque idee pilastro.

Ecco dunque la messa a fuoco della cultura, della storia e delle storie degli Emirati Arabi; il patrimonio, con la conservazione degli edifici storici; il commercio, con il rilancio dei suq, i mercatini tradizionali; la comunità, con la condivisione di esperienze culturali in piazze, vicoli e spazi restaurati come punti di incontro e per la promozione delle arti; il luogo, ovvero mantenere il complessivo tessuto dell’area nella sua forma originale e facilmente accessibile ai 12 milioni di turisti che Dubai attende per il 2020, l’anno in cui ospiterà anche l’Expo.

Tradotto in iniziative concrete, l’area di Al Shidagha, una volta sede della residenza degli sceicchi, ospiterà mostre galleggianti sulle “dhow”, le imbarcazioni usate per la pesca delle perle e per i commerci, le piazzette diventeranno salotti per performance multiculturali, i sikke, gli stretti vicoli che si snodano tra vecchie case restaurate, diventeranno gallerie d’arte per la promozione dell’arte stessa mentre torneranno a vivere botteghe ormai sparite come quelle dei fabbri o dei filatori di cotone.

Lungo l’ideale ponte tra passato e presente, video multiattivi ed esposizioni che raccontano l’evoluzione di Dubai saranno disposti lungo gli itinerari mentre l’espansione del Museo di Shindagha prevede 17 pavillon e 50 collezioni.

Il programma di recupero e rilancio del centro, ultimato in tre anni, ha anche un altro fine, ha anticipato Hussain Lootha, direttore generale del comune di Dubai: imporre Al Khor Dubai come uno dei siti del patrimonio culturale mondiale dell’Unesco.