Ha avuto l’onore di portare il graffitismo dalle strade alle gallerie più importanti di New York e d’Europa. Il suo nome è Jean-Michel Basquiat e insieme al pittore e writer Keith Haring ha permesso all’arte urbana di essere riconosciuta come forma d’arte. Dal mese di luglio fino a novembre le sue opere saranno esposte al Guggenheim di Bilbao, dando così spazio e risonanza al tormentato artista di Brooklyn, nato nel 1960 e sin dall’età più tenera appassionato di disegno. Cento capolavori provenienti direttamente dalle collezioni privati, statunitensi ed europee.
Il percorso è stato diviso in otto sezioni per raccontare attraverso alcuni spunti l’incredibile e prolifera carriera di questo autore underground: dagli esordi alle riflessioni sullo specchio, sul dualismo e sull’identità sociale. Non mancano le sue collaborazioni con Andy Warhol, Francesco Clemente, Keith Haring e Kenny Scharf che hanno sancito l’incoronazione a star e icona cultura della New York degli anni ’80.
Il successo di Basquiat che aveva ormai superato i confini dell’Europa, si è gradualmente assopito quando nel 1987 con la morte del re della pop-art, Wharol, a cui era molto legato. Per superare il trauma si è avvicinato all’eroina dalla quale non riuscirà più a disintossicarsi e che lo porterà alla morte nel 1988.
Prima il vertice europeo con i sindacati, poi il Consiglio dei ministri con le misure…
Beato Benedetto da Urbino, sacerdote cappuccino Urbino, 13/09/1560-Fossombrone (Pesaro e Urbino), 30/04/1625 Marco Passionei proviene…
Povertà e benessere. L'Italia tagliata in due. I contribuenti più ricchi sono in Lombardia (27.890 euro)…
Gli hospice come luoghi di salvaguardia della sacralità della vita. Papa Francesco ne riconosce e…
Il 30 aprile del 1975 truppe nordvietnamite e Vietcong, appoggiate da un centinaio di carri…
L'intelligenza artificiale sta emergendo come una delle tecnologie più promettenti e rivoluzionarie, con il potenziale…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni