Addio al filosofo Tullio Gregory

Aveva 90 anni Tullio Gregory, uno dei più importanti filosofi contemporanei ma non solo: Gregory era anche uno storico della filosofia, che per tutta la vita attribuì un'importanza fondamentale affinché ragione e azione combaciassero alla perfezione. Il filosofo romano è morto nella giornata di ieri, 2 marzo, restando attivo fino ai suoi ultimi giorni. La sua attenzione alla didattica e al lessico lo hanno reso famoso: “L’eloquio dei politici in Parlamento rivela la scarsa familiarità con i libri e la cultura”, diceva spesso. Non è un caso che gran parte del suo lavoro accademico sia stato incentrato sui momenti storici in grado di segnare cambiamenti epocali sul piano culturale. E non è un caso nemmeno che la camera ardente di Gregory sarà allestita nella sede dell'Enciclopedia Treccani, a Roma.

Un filosofo attivo

Nel 2002, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo aveva nominato Cavaliere di Gran Croce ma, nella sua lung  carriera fra insegnamento e tutela della cultura, Tullio Gregory aveva ricoperto importanti incarichi, collaborando dal 1951 con l'Istituto dell'Enciclopedia italiana, contribuendo alla pubblicazione del Dizionario enciclopedico italiano; di lì, collaborazioni alla Terza Appendice, al Dizionario Biografico degli Italiani, alla Dantesca, alla Virgiliana, con incarico di direttore della sezione di Storia della filosofia e del cristianesimo del Lessico Universale Italiano. Al 1993, invece, risale la sua presenza al Consiglio d'amministrazione della Rai, all'interno del cosiddetto “cda dei professori”.

Pubblicazioni

Importante il suo contributo alla ricerca sulla Storia medievale, settore accademico nel quale ha svolto per anni il ruolo di docente, spiegando i frutti del suo lavoro in saggi come “Platonismo medievale” (1958), “Etica e religione nella critica libertina'' (1986) e ''Mundana sapientia. Forme di conoscenza nella cultura medievale'' (1992). Il suo ultimo saggio in ordine temporale è Translatio linguarum (2016). Come ripeteva, “chi invita alla ragione, chi pretende venga messa al centro dei problemi e le riflessioni dovrebbe sentirsi poi in dovere di impegnarsi usandola nei confronti degli altri e con gli altri''.