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Coronavirus, Inail: il nordovest registra il primato dei contagi con il 55,2% di denunce

Il terzo report sui contagi sul lavoro da Covid-19 elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail ha evidenziato il primato negativo del Nord-Ovest, con oltre la metà delle denunce complessive (55,2%) e il 57,9% dei casi mortali. Tra le regioni, invece il 34,9% delle denunce di contagio e il 43,9% di quelle di decesso sono avvenuti in Lombardia. Rispetto alle attività produttive, il settore della Sanità e assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e case di riposo, registra il 72,8% delle denunce (e il 32,3% dei casi mortali), seguito con il 9,2% dall’amministrazione pubblica, con le attività degli organi legislativi ed esecutivi centrali e locali. L’analisi per professione dell’infortunato evidenzia la categoria dei tecnici della salute come quella più coinvolta da contagi, con il 42% delle denunce (più di tre casi su quattro sono donne), oltre l’84% delle quali relative a infermieri.

Il settore della sanità

Rispetto alle attività produttive, il settore della Sanità e assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e case di riposo, registra il 72,8% delle denunce (e il 32,3% dei casi mortali), seguito con il 9,2% dall’amministrazione pubblica, con le attività degli organi legislativi ed esecutivi centrali e locali. Degli operatori socio-sanitari con il 21,6% (l’81,5% sono donne), i medici con l’11,4%, gli operatori socio-assistenziali con il 7,8% e il personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (ausiliario, portantino, barelliere, bidello) con il 4,7%. Sulle denunce di infortunio mortale per Covid l’analisi per professione dell’infortunato evidenzia come circa la metà dei decessi riguardi personale sanitario e socio-assistenziale. Le categorie dei tecnici della salute (il 70% sono infermieri) e dei medici sono quelle più colpite dai decessi, con il 15,5% dei casi codificati per entrambe, seguite da quelle degli operatori socio-sanitari (10,7%), dagli impiegati amministrativi con l’8,3% e degli operatori socio-assistenziali (6%).

Cosa è successo negli ospedali

In questi mesi molti medici si sono infettati negli ospedali, e siccome al momento della scoperta era diffuso molto più in Lombardia rispetto alle altre regioni ecco spiegato l’arcano, la mortalità è scesa ovunque dal momento in cui hanno iniziato a curare con l’eparina, dopo che i medici hanno fatto le autopsie sui morti che erano state vietate dal governo, fino allora i malati venivano solo intubati e morivano per i trombi nel sangue!

 

 

Rossella Avella

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