Il Messico è diventato il Paese al mondo con il quarto più alto bilancio di morti da Covid-19, davanti all’Italia, secondo i funzionari sanitari messicani. “Ci sono 299.750 casi confermati di infezione e 35.006 morti in Messico”, si legge sull’account Twitter della presidenza messicana.
Al primo posto sempre gli Stati Uniti. Hanno registrato ieri 59.747 nuove infezioni in 24 ore, secondo i dati della Johns Hopkins University. Il numero di casi confermati è di 3.301.820 e il numero di morti a 135.171 (442 in più in 24 ore). Al secondo posto, il Brasile, con 1 milione 864mila contagi e 72.100 morti. Cresce a ritmo sostenuto la pandemia in India – terzo paese per numero di contagi – che registra 878mila positivi e 22.274 decessi.
Sono 234 i nuovi casi di contagio da coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto ai 188 di ieri. Le vittime sono 9 contro le 7 di ieri. Aumenta anche il numero dei casi totali, sono 243.061; le vittime dall’inizio dell’epidemia sono 34.954.
La pandemia non risparmia l’Africa. Il presidente del Madagascar Andy Rajoelina ha annunciato in serata che un senatore ed un deputato sono morti dopo essere stati colpiti dal coronavirus. Il presidente ha aggiunto che anche altri 11 deputati e 14 senatori sono risultati positivi. Nella capitale Antananarivo è stato reimposto il lockdown il 5 luglio, dopo che il numero dei contagiati ha cominciato a risalire, due mesi dopo l’allentamento delle restrizioni. Il Madagascar ha finora contato 2.573 casi e 35 morti, ed il governo ritiene che il picco dell’epidemia non verrà raggiunto prima della fine di agosto.
Il prodotto interno lordo dell’Unione Europea calerà del 9,3% nel 2020 per crescere del 5,7% nel 2021. Lo prevede il Fondo monetario internazionale (Fmi), sottolineando che il pil tornerà “ai livelli del 2019 solo nel 2022″. Per diversi paesi Usa la strada della ripresa sarà più difficile che in altri e molto dipende dalle condizioni cui cui sono scivolati nella crisi del coronavirus. “Le forti divergenze nelle condizioni iniziali si tradurranno probabilmente in una ripresa disomogenea a livello europeo“, spiega Poul Thomsen del dipartimento Europea dell’Fmi. Per far fronte al coronavirus e ai suoi effetti sull’economia in Europa c’è dunque bisogno di una “azione comune dell’Unione Europea”, con fondi concentrati sui paesi più colpiti così da avere risultati migliori per il mercato unico. Thomsen sottolinea che è vitale che l’azione serva come “catalizzatore e non come sostituto per le riforme strutturali”.
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