Fatima: il “miracolo del sole” tra scienza e fede

“Al di fuori di qualsiasi logica scientifica”. Così la stampa laica definì il fenomeno che avvenne nei pressi di Fatima il 13 ottobre 1917, esattamente un secolo fa. Nella località di Cova d’Irìa, dove da cinque mesi, tre pastorelli riferivano di assistere alle apparizioni di “una donna vestita di bianco con in mano un rosario”, il sole “danzò” – per usare un gergo comune – davanti agli occhi increduli di decine di migliaia di persone accorse da ogni parte del Portogallo.

“La Madonna darà un segno”

In tanti si recarono in questo verde anfratto nei pressi di Fatima, incuriositi per l’ampia eco che la stampa portoghese aveva dato al fenomeno delle presunte apparizioni e attirati dall’annuncio dei tre pastorelli su un prodigio che sarebbe dovuto avvenire quel giorno. La Madonna, dissero i piccoli, darà un segno. Non fu la pioggia a fermare la gente, la cui curiosità venne appagata.

Sembra ancora di riconoscere lo stupore sul loro volto, quando si leggono le testimonianze del disco solare cambiare colore, dimensione e posizione, come se stesse facendo, per l’appunto, una danza. Tra la moltitudine presente a mezzogiorno del 13 ottobre 1917 a Cova d’Irìa, c’erano anche molti scettici, recatisi sul posto con il solo proposito di smascherare quella che consideravano una frode messa in piedi dai tre veggenti bambini.

Ma furono proprio loro, gli scettici, alcuni appartenenti alle nutrite fila massoniche del Portogallo di quell’epoca, i più appassionati testimoni dell’evento consumatosi nei cieli. Riferirono di aver assistito a un repentino cambiamento climatico: d’un tratto, a mezzogiorno, il sole squarciò le nuvole e il suo calore asciugò i vestiti dei presenti, fradici per via della pioggia caduta fino a quel momento. Dopo di che, avvenne l’inspiegabile.

Lo stupore di un anti-clericale

Sono celebri le parole con cui descrisse quanto vide Avelino de Almeida, redattore capo di O Século, un quotidiano di Lisbona considerato anti-clericale: “Agli occhi sbalorditi di quella folla, il cui atteggiamento ci riporta ai tempi biblici e che, pallida di sorpresa, con la testa scoperta, fissa l’azzurro (cielo), il sole tremò ed ebbe mai visti movimenti bruschi fuori da tutte le leggi cosmiche, il sole ‘ballò’, secondo la tipica espressione dei contadini”.

A seguito del clamore che la sua testimonianza suscitò, de Almeida decise di tornare sulla questione qualche giorno dopo sulle pagine di Ilustração Portuguesa, scrivendo: “Miracolo, come la gente gridò? Fenomeno naturale, come gli esperti dicono? Per il momento, questo non mi riguarda. Io dico solo ciò che vidi. Il resto è materia di scienza e Chiesa”.

La posizione della Chiesa

La Chiesa si è espressa sulle apparizioni di Fatima con un documento del 13 ottobre 1930 intitolato A Divina Providência, frutto dello studio di una commissione di esperti. Il vescovo di Leiria, mons. José Alves Correia da Silva, dichiarò “degne di credito le visioni dei fanciulli nella Cova da Iria”, autorizzando ufficialmente il culto della Madonna di Fatima col titolo di Nossa Senhora de Fátima, alla quale era già stata intitolata negli anni precedenti una cappellina costruita sul luogo delle apparizioni.

Cosa dice la scienza?

Se dunque la Chiesa ha posto il proprio imprimatur dell’autenticità sulle apparizioni (mentre non si è espressa ufficialmente sul “sole danzante”), la scienza come spiega quel prodigio che trascende “qualsiasi logica”? La domanda è motivo di acceso dibattito. Le ipotesi prodotte da scienziati razionalisti sono diverse ma non del tutto convincenti. Anzitutto, nessuno è riuscito a spiegare l’antefatto al “miracolo del sole”: come potevano tre fanciulli di campagna, semianalfabeti, conoscere con anticipo che la Madonna avrebbe dato un “segno” così imponente il 13 ottobre 1917?

Il parelio?

E che di “segno” imponente si sia trattato lo dimostra la mole di materiale prodotta per valutare il fenomeno. È il 1989 quando sul Journal of Meteorology, Stuart Campbell ipotizzò che nella stratosfera fosse presente polvere. Presenza ripresa quattro anni più tardi da un altro scienziato statunitense, Joe Nickell, il quale provò a spiegare quanto avvenuto a Fatima con il fenomeno del parelio: determinate condizioni atmosferiche, caratterizzate dalla presenza di minuscoli cristalli di ghiaccio, avrebbero provocato una rifrazione ottica tale da far apparire il disco solare affiancato da una o due immagini speculari. Tuttavia il parelio, come testimoniano alcune foto presenti in Rete, sembra non coincidere con la descrizione del fenomeno da parte di quanti erano presenti a Fatima quel 13 ottobre 1917.

Effetto ottico?

Nuove ombre furono distese sul “sole danzante” qualche anno più tardi, da uno studio del prof. Auguste Meessen dell’Istituto di Fisica dell’Università Cattolica di Lovanio. Egli sostenne che la prolungata osservazione del sole potrebbe creare effetti ottici. È un’ipotesi, certo, che per essere corroborata dovrebbe però dimostrare che tutti i testimoni del fenomeno avessero guardato il sole per un tempo prolungato.

Scienza e fede finalmente s’incontrano

A far incontrare scienza e fede ci pensò anni più tardi padre Szaniszló Jaki, monaco benedettino e fisico, membro onorario dell’Accademia Pontificia delle Scienze. Da scienziato, padre Jaki indagò sul “sole danzante” partendo dal presupposto che “nulla è impossibile a Dio”, ma è pur vero che “quando Dio fa un miracolo ricorre quanto più possibile a meccanismi naturali”. Anche le stesse guarigioni – sottolineò -, seguono a un improvviso calore corporeo che fa pensare a un aumentato metabolismo cellulare, fenomeno di per sé naturale.

Il benedettino d’origine ungherese fece risalire il “miracolo del sole” alle condizioni meteo di quel giorno a Fatima. Raccolte diverse testimonianze, padre Jaki arrivò a ipotizzare che il cambio repentino del clima, dalle nubi al sole, avrebbe fatto creare una “lente d’aria” di cristalli di ghiaccio. Due correnti avrebbero poi fatto muovere questa “lente” facendo così scaturire la “danza” del sole, un movimento ellittico, agli occhi dei presenti. Una circostanza simile al parelio ipotizzato da Nickell , ma non uguale, in quanto più aderente alle descrizioni dei testimoni.

Grazie al lavoro di padre Jaki, la “logica scientifica” si incontra finalmente con il mistero. Quest’ultimo mantiene intatto il suo fascino, considerando che l’evento era stato previsto dai pastorelli, i quali chiesero un “segno” alla Madonna nel corso dell’apparizione del 13 luglio precedente e furono accontentati tre mesi dopo.

Il “miracolo del sole” e Pio XII

Ed è proprio a un altro “segno”, di benevolenza rispetto a una decisione pontificia, che fa pensare un documento redatto da Pio XIIed emerso soltanto nove anni fa dall’archivio di famiglia Pacelli. Il Pontefice nato a Roma racconta che il 30 ottobre 1950, antivigilia della proclamazione della solenne definizione del dogma dell’Assunzione, cioè l’assunzione corporea in cielo della Madonna al momento della morte, assistette dai Giardini vaticani a un misterioso fenomeno in cielo.

Fui colpito da un fenomeno, mai fino allora da me veduto – scrisse Pio XII -. Il sole, che era ancora abbastanza alto, appariva come un globo opaco giallognolo, circondato tutto intorno da un cerchio luminoso”, che però non impediva in alcun modo di fissare lo sguardo “senza riceverne la minima molestia. Una leggerissima nuvoletta trovavasi davanti”. “Il globo opaco – continua Papa Pacelli – si muoveva all’esterno leggermente, sia girando, sia spostandosi da sinistra a destra e viceversa. Ma nell’interno del globo si vedevano con tutta chiarezza e senza interruzione fortissimi movimenti”.

Pio XII attesta di aver assistito al fenomeno anche il giorno seguente, 31 ottobre, e il 1° novembre, giorno della definizione del dogma dell’Assunta, nonché un’ultima volta l’8 novembre.