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L’Aquila e i tesori accanto a noi

In questo periodo di pandemia non è facile pensare al relax e ancora meno alle vacanze, anche per le difficoltà pratiche a spostarsi dal proprio comune. Per questo il modo più facile per distrarsi e fare una gita è guardare con occhi diversi quello che abbiamo davanti tutti i giorni, ossia i luoghi dove viviamo. 

Ad esempio chi abita all’Aquila potrà apprezzare la Basilica di Santa Maria in Collemaggio, simbolo della città e capolavoro dell’architettura barocca, gotica e romanica, distrutta nel 2009 dal terremoto e tornata finalmente al suo antico splendore. 

La storia della Basilica patrimonio UNESCO

La Basilica di Santa Maria di Collemaggio fu fatta edificare per volontà di Pietro Angelerio da Morrone e nella stessa l’eremita ricevette le insegne papali nel 1294 e divenne Celestino V, il papa del “gran rifiuto” le cui spoglie sono custodite proprio all’interno della Basilica.

A sinistra della facciata, si apre un monumentale e prestigioso portale sormontato da un dipinto della Vergine con San Giovanni Battista e Pietro Celestino, nonché dallo stemma cittadino, cioè un’Aquila del periodo Svevo. Si tratta della prima Porta Santa della storia, fortemente voluta da Celestino V, l’unico papa a diventare tale non a Roma, ma proprio all’Aquila all’interno di questa basilica. 

La festa della Perdonanza

Nell’agosto del 1294 a Collemaggio Celestino V emanò una Bolla pontificia della perdonanza con la quale concedeva un’indulgenza plenaria e universale a tutti i battezzati. La Bolla di San Pietro Celestino, nota come la Bolla del Perdono, celebrazione religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo del 1300, poneva come condizioni per l’ottenimento del perdono l’ingresso nella Basilica nell’arco di tempo compreso tra le sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno e l’essere “veramente pentiti e confessati”. L’apertura della Porta Santa si ripete con cadenza annuale.

La Basilica simbolo di rinascita

Ad osservarla oggi, dopo il restauro, nessuno potrebbe sospettare che all’interno della sua muratura, persino dietro alla sua strepitosa facciata, siano stati impiantati chilometri e chilometri di una super tecnologica maglia in acciaio inox. Del resto con il suo cantiere modello, ricco di competenze trasversali e completato in soli due anni (tra il 2016 e il 2017) continuando ad ospitare sia i matrimoni sia la celeberrima festa della Perdonanza, Collemaggio. Ma non è il solo. Dall’Aquila ad Aquileia, da Ravenna a Torino, da Roma a Padova, l’Italia è piena di storie che raccontano l’eccellenza nel recupero e nel restauro del patrimonio immobiliare storico.

Serena Livoli

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