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Piccole glaciazioni e cambiamenti politici

Ocambiamenti epocali che hanno fatto crollare regimi politici, secondo importanti studiosi internazionali, non sarebbero da imputare a particolari azioni di soggetti celebrati dalla storia che, come si sa, è sempre stata scritta dai vincitori. La motivazione principale è da addebitare al cambiamento climatico, soprattutto a quello che negli alti e bassi del fisiologico cambiamento, porta alle cosiddette piccole o grandi glaciazioni. Si tratta di epoche più o meno lunghe, in cui il forte abbassamento delle temperature, rende più precario l’approvvigionamento del cibo, la possibilità di riscaldarsi, la diffusione di malattie. In situazioni come queste, prospera solo il malumore delle persone, disponibili più facilmente ad ogni avventura o ad accettare ogni cambiamento dell’ordine storicamente costituito. Insomma l’impero romano si sgretolò in circostanze come queste: per la debolezza del popolo romano che da circa un centinaio di anni aveva subito condizioni climatiche sempre meno clementi, ed i cosiddetti barbari in esodo verso sud, per sfuggire alle rigidissime temperature del nord Europa, si spinsero fino al cuore dell’impero conquistandolo. Si sostiene inoltre che la stessa rivoluzione francese maturò e si sviluppò a causa di condizioni precarissime dovute alla piccola glaciazione che colpì il settecento. Quella circostanza fu resa ancor più grave dalle ripetute eruzioni dei vulcani dell’Islanda che oscurarono per tempi lunghi il sole estivo, rendendo impossibile ottenere raccolti per distribuire il cibo sopratutto alla popolazione della popolosissima Parigi. In quelle condizioni di fame e stenti, più che per le ambizioni rivoluzionarie del popolo francese, fu una straordinaria congiuntura climatica a rendere le persone disponibili a soluzioni che in momenti diversi e positivi avrebbero ragionato in un’altra maniera. Che si può dire a questo punto? Speriamo che il tempo si mantenga bene.

Raffaele Bonanni

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