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La buona battaglia per fare grande l’Europa

Nuova difficoltà di Boris Johnson in Parlamento, dopo che aveva già trovato l’accordo con le autorità europee per una Brexit concordata. Insomma i parlamentari del Regno Unito, hanno frenato la stipula dell’accordo vincolandola alla applicazione ordinata di tutti i decreti, in modo tale da non danneggiare i cittadini. Dopo la condizione nuova che si è presentata il Premier è andato su tutte le furie e ha affermato di voler comunque approvare il documento definito con la Ue. Jonnson sa bene che che il continuo braccio di ferro con il Parlamento è in piedi per creare le condizioni per un nuovo referendum che interpelli i cittadini sul da farsi. Infatti, i rapporti di forza tra gli elettori sono cambiati, e lo striminzito 52% ottenuto nella prima consultazione referendaria, potrebbe facilmente trasformare in un viatico del voto per il rientro nella Ue. Non è un caso che il leader dei Laburisti in queste ore abbia dichiaratamente chiesto il referendum, così come il Sindaco di Londra. Gli scozzesi e i nord irlandesi non aspettano altro. C’è da dire in questa lunga e confusa storia, che il Partito Conservatore sta collezionando una serie di brutte figure che ha già appiedato diversi propri Primi Ministri. Comunque sarà una benedizione del Signore per tutti se la Gran Bretagna potesse ritornare sui suoi passi. Oltre alla fortificazione della Europa politica, potrebbe essere un monito sopratutto per alcuni capi di stato extra europei che lavorano sotterraneamente e non, nel sostenere con ogni mezzo i partiti euroscettici, per tarpare le ali alla nascita degli Stati Uniti d’Europa, che potrebbe cambiare fortemente gli equilibri politici, finanziari e militari mondiali. Ecco perché dobbiamo incitare i nostri fratelli europeisti della Gran Bretagna alla buona battaglia: anche loro come noi abbiamo bisogno di una grande Europa.

Raffaele Bonanni

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