Ieri ho partecipato ad una sessione di lavori di una ‘summer school’ che ogni anno a Giulianova coinvolge i ragazzi diplomati con i più alti voti, provenienti dagli istituti tecnici e licei della regione, sui temi sociali e politici. Ragazzi molto attenti, con grande desiderio di sapere, conoscere, di confrontarsi. Ad un certo punto ho parlato di De Gasperi, e ho notato che la maggior parte di loro non lo conosceva: chi aveva sentito parlare di lui, ignorava la sua opera di statista italiano e in quale periodo fosse vissuto. A questo punto, spiazzato, ho cercato tra me e me di trovare una motivazione valida che spiegasse questo vuoto di conoscenza dello statista italiano più importante degli ultimi cento anni e più tra i giovani. La spiegazione me la sono data cercando nella mia mente con la moviola quello che si fatto (più corretto dire quello che non si è fatto), a che i nostri giovani potessero avere almeno i rudimenti essenziali per conoscere la storia contemporanea del nostro paese. Vediamo le agenzie culturali come si sono comportate.
La scuola non si è preoccupata di spiegare bene chi sono stati coloro che hanno dato l’importante contributo per il ripristino della democrazia, e costruire le condizioni basiche per il progresso. Infatti, non a caso solo ultimamente si è detto di ripristinare a scuola la educazione civica. Da tempo le tv private sono impegnate in tutt’altre attività di intrattenimento, e la Rai tv ben presto si è adeguata, abdicando alla funzione di diffusione della cultura che pur ha saputo fare nel primo trentennio del dopoguerra. I partiti storici sono stati cancellati da tempo, e i nuovi si guardano bene dal parlare di personalità politiche che nel confronto con loro, potrebbe procurare loro più di un rossore al viso; e quindi non ne parlano. Ed ecco allora perché dovremmo essere mobilitati nel rapporto con i giovani per confrontarci con loro sulle tante cose buone che si son fatte nel nostro paese, in modo tale da rafforzare la fiducia nel futuro. Infatti è davvero importante che capiscano che le persone possono fare grandi cose se il loro cuore è sostenuto da una filosofia di riferimento, se fa per loro da bussola. Che è possibile essere leader soprattutto attraverso contegno, responsabilità, mitezza, amore per il pluralismo. I modelli positivi sono importanti per i giovani, quindi credo che valga la pena darci da fare per far loro conoscere, creando gli anticorpi ai troppi esempi cattivi, che possono convincere che la politica è solo furbizia, forzature, estremismo, rifuggire gli accordi con persone che hanno altre opinioni.
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