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Dalla street art una lezione sull’accoglienza

L’arte è il modo più completo per poter esprimere una propria emozione o per trasmettere a colui che guarda delle sensazioni. Ne è prova l’artista Laika, che con la sua nuova opera dal titolo “Come with me – all refugees welcome” ritrae una donna ucraina rifugiata che insieme a suo figlio piccolo fugge dalla guerra, portando con sé una rifugiata siriana e una bambina africana. Si trova a Przemyśl, una città polacca al confine con l’Ucraina e non a caso uno dei luoghi simbolo dell’accoglienza.

Il problema dell’esodo dall’Ucraina

Come abbiamo già detto in passato, a causa di questa guerra si stanno affrontando molti problemi tra cui quello dei rifugiati, che in poco tempo stanno aumentando sempre di più: l’Onu lo ha definito “l’esodo più rapido del secolo”. Secondo gli ultimi dati dell’Unhcr sono più di 5,2 milioni gli ucraini che hanno lasciato il loro Paese dall’invasione russa del 24 febbraio. In totale i profughi sono 5.232,014.

L’obiettivo della street artist Laika

L’intento dell’artista con questa opera infatti è proprio quello di sottolineare come l’Europa in poco tempo e di fronte a una delle crisi umanitarie più grande dalla seconda guerra mondiale, è riuscita ad avviare un processo di accoglienza. Sono molti i Paesi europei che, nonostante in passato avessero alzato muri e armato i confini per impedire l’ingresso di profughi, hanno aperto le loro frontiere per accogliere il fiume di donne, bambini e anziani – gli uomini sono costretti a restare in Ucraina a causa della legge marziale – che sono stati costretti ad abbandonare le loro case.

La morale nell’arte

Quest’opera ci serve a ricordare come in momenti di crisi come questo è possibile, unendosi, a trovare una soluzione. Allo stesso tempo però non ci dobbiamo dimenticare che come gli ucraini hanno bisogno di rifugio e assistenza, ci sono ancora altre persone di etnie diverse che ogni giorno devono fuggire dalla propria terra per cercare salvezza e anche loro meritano di ricevere una accoglienza adeguata.

Francesca Romana Preziosi

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