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Unicef, “Oltre 500 bambini morti per Ebola”

Il Rappresentante dell’Unicef in Repubblica Democratica del Congo Edouard Beigbeder richiama l'attenzione internazionale sul pericolo della diffusione del virus Ebola tra la popolazione infantile. “La triste notizia che un altro bambino è morto – il terzo caso confermato di Ebola nel Sud Kivu – è un promemoria sulla grande vulnerabilità che i bambini hanno verso questa malattia. Questo bambino aveva solo 17 mesi”, sottolinea Beigbeder. “Questa epidemia – spiega Marixie Mercado, Portavoce dell’Unicef al Palazzo delle Nazioni a Ginevrasta – sta contagiando un maggior numero di bambini rispetto alle precedenti. Al 7 luglio, si erano verificati 750 contagi fra i bambini. Questo numero rappresenta il 31% del totale dei casi, rispetto a circa il 20% nelle epidemie precedenti. I bambini piccoli – quelli con meno di 5 anni, sono particolarmente colpiti. Dei 750 casi fra i bambini, il 40% ha meno di 5 anni. Questi bambini, a loro volta, stanno contagiando le donne. Fra gli adulti, le donne rappresentano il 57% dei casi. Secondo gli ultimi dati in mio possesso, il tasso di mortalità della malattia per i bambini con meno di 5 anni è del 77%, rispetto al 67% di tutti i gruppi di età. Prevenire i contagi fra i bambini deve essere al centro della risposta all’Ebola”.

Violenza e instabilità

“La recente scoperta di due trattamenti di successo – prosegue Beigbeder – è un passo estremamente positivo nella battaglia contro l’Ebola, ma la realtà è che, a meno che coloro che mostrano sintomi non si presentino immediatamente presso  un centro di cura, continueremo a vedere casi e decessi”. La violenza e l’instabilità, in aree come Walikale, rappresentano “ulteriori sfide per raggiungere le comunità colpite – conclude -. È fondamentale che tutte le parti coinvolte nelle violenze assicurino che i soccorritori possano svolgere il loro lavoro in sicurezza e che coloro che cercano assistenza possano accedervi senza timore di attacchi”. Non è infrequente, infatti, che le milizie armate attacchino i centri di cura e i sanitari – locali e internazionali – che si prodigano per aiutare l apopolazione in uno degli Stati più poveri del mondo. La Ue lo scorso luglio ha deciso di devolvere 30 milioni di euro in finanziamenti umanitari per contrastare l’Ebola nella Repubblica democratica del Congo. Le vittime, da quando è scoppiato il focolaio nel 2018, sono 1.700 “in un Paese che sta già affrontando una terribile situazione umanitaria”.

Milena Castigli

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