Arriva dalla Giordania la nuova applicazione per la raccolta di dati riguardante i rifugiati siriani. Il suo obiettivo è quello di controllare e migliorare la qualità dei servizi, senza l'ausilio di internet. L'app si chiama Kobo Toolbox ed è stata introdotta dall'organizzazione Arab Renaissance for Democracy and Development (Arab) e, finora, è stata impiegata soprattutto per raccogliere dati ad Amman e Zarqa sulla situazione dei rifugiati più vulnerabili e sulle comunità locali ospitanti.
E' una suite di strumenti per la raccolta di dati sul campo da utilizzare in ambienti difficili. Il software è gratuito e open source. Come si legge sul sito dell'app, la maggior parte di utenti sono persone che lavorano nei Paesi dove ci sono gravi crisi umanitarie, ma anche ricercatori che lavorano nei paesi in via di sviluppo. E' possibile raccogliere dati direttamente sul campo, utilizzando dispositivi mobili come telefoni cellulari, tablet o computer. L'iniziativa di Kobo Toolbox per uso umanitario è un'iniziativa tra Ocha, Harvard Humanitarian initiative (HHI) e International Rescuee Committee (IRC).
Secondo il governo giordano sono 1,3 milioni i rifugiati siriani che vivono nel Regno hashemita. Di questi, solo la metà sono regolarmente registrati presso l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr). Recentemente le autorità hanno avviato un'iniziativa per cercare di legalizzare lo status di decine di migliaia di richiedenti asilo per documentare la loro presenza per ragioni di sicurezza e per cercare di ottenere più aiuti dalla comunità internazionale.
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