In futuro, il cibo artificiale potrebbe diventare uno dei piatti culinari presenti sulle nostre tavole. Si tratta di un alimento destinato al consumo umano o animale che non viene prodotto naturalmente attraverso l’agricoltura o l’allevamento, ma creato artificialmente in laboratorio. Tra i cibi sintetici attualmente disponibili ci sono la carne, il pesce e il latte e tra quelli in via di sviluppo ci sono anche i mangimi per animali.
La creazione di questi cibi in provetta spaventa la Coldiretti, da sempre paladina per eccellenza del cibo a km0 e di qualità. A tal proposito grazie alla sua azione è stata approvata dalla Camera dei Deputati a larga maggioranza con 159 sì, 53 no e 34 astenuti, la legge che introduce il divieto in Italia di produrre, commercializzare e importare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali. Per comprendere questa netta posizione, Interris.it ha intervistato Lorenzo Bazzana di Coldiretti.
Signor Bazzana, cosa spaventa di questo nuovo cibo?
“Il fatto che ad oggi ancora non c’è un processo scientifico di verifica degli effetti di questi prodotti sintetici. Inoltre, ci sono dei problemi sulle modalità di produzione, in quanto vengono messi in sintesi delle cellule che devono crescere velocemente e perché questo avvenga c’è chi ricorre all’uso di ormoni, chi di antibiotici, ma in entrambi i casi si tratta sempre di sostanze molto rischiose per la salute della persona”.
Voi che tipo di legge avete chiesto?
“Abbiamo considerato necessaria una legislazione che vieti la produzione e la commercializzazione di questo cibo artificiale, fino a quando non sarà la scienza a pronunciarsi in merito. Per questo è essenziale che la ricerca pubblica studi e approfondisca le modalità di produzione e le possibili conseguenze sulla salute delle persone. Si tratta di un prodotto, che per modalità di produzione, analoghe a quelle dei farmaci, ha bisogno di un’autorizzazione di tipo farmaceutico”.
Chi promuove il cibo sintetico che cosa dice?
“Che impatta meno negativamente sull’ambiente, che non vengono utilizzati gli animali e che sarà in grado di sfamare il mondo. Quest’ultima è un’affermazione a mio parere distorta in quanto si tratta di un prodotto molto costoso di élite, accessibile soltanto a chi può permettersi lo sfizio di acquistarlo. Si tratta di informazioni che non hanno alcun valore, in quanto se per esempio prendiamo in considerazione la prima affermazione possiamo contraddirla dicendo che ci sono invece degli studi che dicono che l’impatto è dalle quatto alle venticinque volte più elevato di quello di un allevamento tradizione”.
Secondo lei, ammesso che non facciano male, questi cibi sono per la nostra tavola necessari?
“Io mi sento di dire di no in quanto esiste già una valida alternativa all’allevamento. Ad oggi infatti, chi per qualsiasi motivo, decide di non mangiare carne animale ha già a sua disposizione una vasta gamma di prodotti a base vegetale, capaci di offrire la la dose di proteine necessaria al nostro corpo”.
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