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Spot blasfemo. Bussetti: “No censure, ma rispetto per il sacro”

È arrivata fino a viale Trastevere, sede del Ministero dell'Istruzione, l'eco della polemica per lo spot blasfemo messo a punto da un gruppo di studenti dell’Istituto “Giorgi-Woolf” di Roma, e premiato nell'ambito di un concorso della Società Medica Italiana per la Contraccezione in collaborazione con l’Associazione Culturale LaScelta dedicato ai licei artistici. A suonare la grancassa dell'indignazione diffusa è stata l'Associazione Non si Tocca la Famiglia, la cui presidente Giusy D'Amico affermava un paio di giorni fa di aver scatenato una raffica di mail di protesta indirizzate al ministro Marco Bussetti, il quale ieri ha rotto il silenzio affermando riservarsi di approfondire la vicenda.

Le parole di Bussetti

“Ho appreso la notizia dalla stampa e non ho ancora tutti gli elementi. Devo approfondire la vicenda”, le parole del ministro dell'Istruzione all'AdnKronos. Che ha quindi aggiunto: “Come detto in altre occasioni, ho piena fiducia e rispetto dell'autonomia scolastica: nei nostri istituti lavorano dirigenti e docenti che svolgono un ruolo educativo prezioso per gli studenti. Ritengo che la libertà di espressione dei nostri giovani non debba mai essere ostacolata o, peggio, censurata, ma al contrario vada favorita avendo però sempre ben chiari i concetti di buonsenso e di rispetto delle sensibilità e dei diritti altrui”. A proposito di quest'ultimo punto, il ministro ha precisato: “Dobbiamo sempre tutti avere rispetto dei simboli religiosi e delle immagini sacre”. Infine Bussetti ha ribadito: ''È giusto e importante manifestare il proprio pensiero, esercitarlo in modo critico, ma dobbiamo ricordare ai giovani che la nostra libertà si basa sul rispetto degli altri. Dobbiamo esprimerci senza ledere i diritti e le sensibilità altrui. La scuola deve educare al ragionamento critico e al rispetto, per crescere cittadini attivi e responsabili”.

La “sana rivolta popolare”

Due giorni fa Giusy D'Amico di Non si Tocca la Famiglia affermava: “Su nostra indicazione centinaia di mail indignate sono pervenute al Miur in poche ore, da genitori docenti e famiglie per disapprovare fermamente un messaggio culturalmente distorto e  in antitesi con i principi e i valori educativi del nostro sistema scolastico che non dovrebbe diffondere l'uso di farmaci tra l'altro prescrivibili solo dietro ricetta medica a soggetti maggiorenni“. La D'Amico ritiene quanto avvenuto “lo specchio di un laicismo che invoca 'rispetto', ma si sente libero di offendere Dio e tutti i fedeli cristiani che si ispirano a valori bimillenari di cui il nostro Paese è portatore autorevole in tutto il mondo”. Di qui la sua domanda: “In questa cornice di sana rivolta popolare il ministro Bussetti che dice?”. L'immagine in questione è una rivisitazione di un celebre dipinto del Botticelli con l'Arcangelo che, anziché portare l'Annuncio, porge a Maria una confezione di Ellaone, la pillola dei “cinque giorni dopo”.

Federico Cenci

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