“Stop bombe in Siria” è la richiesta di numerose onlus e associazioni italiane e internazionali contro il proseguo dei bombardamenti nel Paese mediorientale. Venerdì 2 settembre a partire dalle 11 – si legge nel comunicato stampa sul sito del Fnsi – è stato organizzato un sit in a Roma in Piazza Santi Apostoli per rompere il muro del silenzio sull’ennesima strage di bambini e civili ad Aleppo, sotto assedio da quattro anni. L’evento è organizzato da Articolo21 e Fnsi, insieme con Amnesty Italia, Arci, Associazione giornalisti amici di padre Paolo Dall’Oglio, Italians for Darfur, Unicef, Un ponte per, Usigrai e dalla rete di Illuminare le periferie.
“Nelle ultime settimane – scrive Antonella Napoli sul sito di Articolo21 – si è accesa una flebile luce grazie all’immagine di Omran, 5 anni, sopravvissuto a un bombardamento ad Aleppo, città su cui si sta concentrando la campagna dei raid aerei russi che ha già causato migliaia di vittime. Il mondo si è indignato, ha pianto, guardando quei fotogrammi che hanno plasticamente dato corpo alle conseguenze del conflitto siriano, visto attraverso gli occhi di un bambino scampato alla morte che invece non ha risparmiato il fratellino, Alì, poco più grande di lui. Ma in cinque anni in Siria sono morte decine di migliaia di bambini e oltre un milione è senza casa. È una tragedia, un massacro inarrestabile, che solo la mobilitazione di tutti noi cittadini, insieme, può provare a fermare chiedendo a gran voce di far tacere il rimbombo delle armi”.
“La Federazione nazionale della stampa italiana – anticipa il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – aderisce in modo convinto all’appello per la tregua e per il rispetto dei corridori umanitari in Siria. Oltre che sostenere e condividere le ragioni del sit-in, il sindacato dei giornalisti italiani ritiene che questa debba essere l’occasione per accendere anche i riflettori sulle condizioni dei giornalisti in Siria. Quel Paese risulta, infatti, al primo posto in tutte le classifiche internazionali per numero di giornalisti ammazzati. La Fnsi ritiene doveroso richiamare l’attenzione delle istituzioni italiane e internazionali su questa situazione inaccettabile. Sono le stesse ragioni che hanno portato i giornalisti italiani, nei mesi e nelle settimane passate, a organizzare manifestazioni davanti alle ambasciate di Turchia, Egitto ed Iran e a mobilitarsi nelle organizzazioni internazionali dei giornalisti. La negazione dei diritti va sempre combattuta in tutte le parti del mondo”.
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