Sono circa 340 mila i bambini della minoranza mussulmana Rohingya, fuggiti dal Myanmar in Bangladesh e costretti a vivere in condizioni disperate, in campi per rifugiati dove manca cibo, acqua ed ogni forma di assistenza sanitaria.
E’ quanto ha denunciato l’Unicef – il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia – che ha sottolineato come siano 12.000 a settimana i piccoli Rohingya che fuggono dalla fame e dalle violenze in Myanmar, spesso traumatizzati per le atrocità alle quali hanno assistito. Complessivamente sono 600.000 i rifugiati Rohingya ad aver lasciato lo stato del Rakhine dallo scorso 25 agosto quando, secondo le Nazioni Unite, l’esercito del Myanmar ha lanciato una campagna di pulizia etnica.
Il fenomeno “non sarà di breve termine, non finirà presto”, ha avvertito Simon Ingram dell’Unicef, durante una conferenza a New York. “E’ assolutamente cruciale – ha aggiunto – che le frontiere rimangano aperte, che i bambini vengano protetti e che vengano loro garantiti diritti”. I Rohingya fuggono spesso senza documenti e anche i bimbi che nascono in Bangladesh rimangono senza alcuna identità. Le agenzie dell’Onu stanno chiedendo accesso alla regione del Rakhine, dove resta un numero imprecisato di Rohingya, sebbene molti loro villaggi sono stati dati alle fiamme.
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