Una vera e propria bordata arrivata nei confronti dell'Unione europea sul tema migranti. A lanciarla è stato l'Alto commissario per i diritti umani, il principe Zeid Raad al-Hussein di Giordania, il quale ha messo nel mirino la collaborazione tra Ue e Libia per la gestione dei flussi migratori dall'Africa all'Europa attraverso il Mediterraneo. Il commissario giordano, infatti, ha definito in una nota tale politica come “disumana” nei suoi aspetti di intercettazone e respingimento dei migranti. Secondo Zeid, “la sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell'umanità”. A tal proposito, il commissario ha spiegato che “la comunità internazionale non può continuare a chiudere gli occhi davanti agli orrori inimmaginabili sopportati dai migranti in Libia e pretendere che la situazione non possa essere regolata che attraverso un miglioramento delle condizioni detentive”.
Una critica diretta, peraltro non la prima, avanzata dall'Onu nei confronti delle relazioni di gestione dei migranti che intercorrono fra Ue e Libia, con particolare attenzione alle situazioni, definite “inaccettabili”, nelle quali i migranti vegnono trattenuti sulle coste del Paese nordafricano. Di tali condizioni, secondo Zeid, entrambe le autorità sarebbero complici “per non aver fatto nulla per ridurre gli abusi perpetrati sui migranti”, nonostante “le preoccupazioni espresse dai gruppi per i diritti umani”. In relazione a tali situazioni di detenzione, più volte riprese da inchieste di tipo giornalistico oltre che da relazioni di organizzazioni umanitarie, dal Palazzo di Vetro hanno fatto sapere di non poter “rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa”.
Zeid Raad al-Husseini, inoltre, ha lanciato un appello affinché le autorità interessate si impegnino a garantire la protezione dei diritti umani delle persone che, ogni giorno, percorrono la rotta del Mediterraneo centrale in direzione dell'Europa a fronte di una situazione che, da “disastrosa è ora diventata catastrofica”, chiedendo la creazione di misure giuridiche nazionali e la depenalizzazione della migrazione irregolare al fine di garantire la protezione dei diritti umani dei migranti.
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