“Questa mattina è partito un volo umanitario della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, con un carico di circa 11 tonnellate di aiuti destinati alla Clinica Universitaria di Sabrata, in Libia, a 80 km a ovest di Tripoli”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, parlando di una missione che, come scopo, si pone di supportare i medici libici e fornire “un’ulteriore prova della solidarietà del governo italiano verso tutto il popolo libico”. In particolare, a essere indirizzato verso la città africana posta, come detto, a un’ottantina di chilometri dalla capitale Tripoli, saranno in prevalenza medicinali: “Con questa donazione la Cooperazione Italiana allo Sviluppo – ha precisato la Farnesina – ha risposto all’appello lanciato di recente dall’ospedale della città portuale libica, con cui chiedeva aiuti diretti per poter curare i propri pazienti”.
Un segnale che, alla luce delle tensioni dei giorni scorsi e in riferimento alla questione del supporto navale alla Guardia Costiera della Libia, evidenzia l’intento italiano di sviluppare una collaborazione a tutto tondo con il dirimpettaio africano, non solo dal punto di vista della crisi migratoria ma anche sul fronte dell’assistenza medico-sanitaria: “All’arrivo a Tripoli – si legge ancora nella nota del Ministero degli Esteri – gli aiuti saranno presi in carico dall’ambasciata d’Italia in Libia, che gestirà anche la successiva consegna a destinazione finale con un trasporto via terra”. Il volo, con il suo carico di medicinali, è partito dalla Base di Pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (Unhrd) di Brindisi, gestita dal World Food Programme (Wfp), in direzione della capitale.
Una riprova della necessità che risiede nella collaborazione fra Italia e Libia per gestire il flusso migratorio nel Mediterraneo centrale e sviluppare una strategia comune contro l’azione degli scafisti. In questo contesto, si inseriscono perciò anche altri ambiti d’intervento che, allo stesso modo, rientrano in un programma di cooperazione volta a garantire un supporto reciproco che vada anche oltre la questione migranti. Proprio il ministro Alfano, l’8 agosto scorso, aveva parlato del dossier libico spiegando che “l’Onu deve prendere una leadership molto forte: fino ad ora ci sono stati troppi negoziati e troppi negoziatori, troppi mediatori e troppe mediazioni, con zero risultati finali”.
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