Le Equilibriste. La maternità in Italia”. E' il titolo del nuovo rapporto di Save the Children diffuso oggi in occasione della prossima festa della mamma di domenica 13 maggio.
La nota Ong, che proprio ieri ha inaugurato nelle cliniche San Pietro di Sassari il progetto Fiocchi in ospedale (nono centro in Italia pre l'accoglienza dei neonati) evidenzia nel report come le primipare italiane siano le più anziane d'Europa. Inoltre, le neo mamme spesso sono costrette a rinunciare alla carriera per l'impossibilità di coniugare soddisfacentemente vita lavorativa e famiglia; questo, anche a causa di una poco efficiente rete di servizi per l'infanzia.
Il briefing di Save the Children vede le donne fare il primo figlio a 31 anni, in cima alla classifica europea per anzianità, con un numero medio di figli per donna di 1,34: il tasso di natalità italiano cala così per il nono anno consecutivo, dal 2008 a oggi.
La ricerca si basa sull'Indice delle Madri elaborato dall'Istat per Save the Children attraverso 11 indicatori rispetto a tre parametri: cura, lavoro e servizi. In definitiva, dal rapporto emerge un peggioramento generale dell'Italia per quanto riguarda l'accoglienza dei nuovi nati e il sostegno alle loro mamme e ma anche grandi disparità territoriali.
Il rapporto stila infatti anche la classifica delle regioni in cui è più facile essere madri. In testa le Province di Bolzano e Trento rispettivamente al primo e secondo posto seguite da Valle D'Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. Tra le regioni del Mezzogiorno fanalino di coda della classifica, la Campania risulta peggiore regione “mother friendly”, preceduta da Sicilia (20° posto), Calabria (che pur attestandosi al 19° posto guadagna due posizioni rispetto al 2008), Puglia (18°) e Basilicata (17°).
Per questo, il Rapporto Save The Children sottolinea la necessità di un Piano Nazionale di sostegno alla genitorialità, con misure a sostegno del percorso nascita e dei primi “mille giorni” di vita dei bambini, che consolidi il sistema di tutela delle lavoratrici e promuova l'introduzione del family audit nel privato e che garantisca servizi educativi per la prima infanzia a tutti.
“È inammissibile che in un Paese come il nostro, dove il numero di nuovi nati è in costante diminuzione – osserva Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – si riservi così poca attenzione alla maternità e che le mamme debbano affrontare in solitudine continui ostacoli legati alla cura dei figli così come alla conciliazione della vita familiare e professionale”.
Nonostante, prosegue Milano, l'Italia sia ai primi posti nel mondo per l'assistenza sanitaria alle partorienti, la maternità “rappresenta ancora una sfida nella quale le madri sono vere e proprie equilibriste tra la vita privata e il mondo lavorativo”: E' dunque necessario il passaggio “da interventi spot e una tantum ad un piano strutturato di sostegno, mettendo finalmente in rete le diverse risorse disponibili, a livello regionale, nazionale ed europeo”, conclude la direttrice.
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