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“I bambini non sono un prodotto: stop utero in affitto”

Nuova campagna choc di Pro Vita e Famiglia a Roma: bambini chiusi dentro dei barattoli di vetro con sopra la scritta “Mattia non è un prodotto #stoputeroinaffitto”. La foto sta girando per le strade della Capitale su grossi camion vela: nessuna concessionaria infatti ha voluto affiggere i manifesti. La nuova campagna per dire basta all’utero in affitto “È la nostra denuncia agli orrori di questo commercio e contro il business dell’affitto di uteri e compravendita di ovuli”, dicono Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia e del Congresso Mondiale delle Famiglie. “Come il nascituro anche le madri surrogate e le cosiddette ‘donatrici’ di ovociti sono vere e proprie vittime di questo mostruoso sistema che deve finire. Il bambino non è un prodotto né un oggetto da vendere o da regalare”.  Pro Vita ha anche lanciato un appello al ministro dell’Interno Matteo Salvini  “affinché emani un provvedimento che impedisca le trascrizioni anagrafiche alle coppie dello stesso sesso”, invocando “politiche che rispettino il sacrosanto diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà”.

La polemica

La nuova campagna pro vita, come già avvenuto in passato, ha scatenato polemiche con la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che in passato aveva fatto rimuovere una precedente campagna di Pro Vita e Generazione Famiglia che ritraeva due uomini spingere un carrello con dentro un bambino in lacrime con un codice a barre sul petto. “Avevamo previsto anche delle affissioni nella Capitale – spiegano Brandi e Coghe su Todai.it – ma le concessionarie contattate, per paura di un intervento sanzionatorio da parte del Comune di Roma come già successo, si sono tirate indietro”. I due chiedono alla sindaca Raggi “se ha il coraggio di concentrarsi contro il vero degrado, sia morale che cittadino, o preferisce discriminare i bambini e ignorare la solidarietà nei confronti degli indifesi”.

 

Milena Castigli

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