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Crisi idrica in Sri Lanka: a rischio la salute di 770mila abitanti

Lo Sri Lanka (conosciuto anche come Ceylon) sta attraversando una gravissima crisi idrica: l’assenza di acqua potabile pulita sta causando gravi malattie agli abitanti dell’isola a sud dell’India. I cambiamenti climatici in queste aree hanno significato un clima più asciutto e temperature più alte; conseguentemente, la necessità di acqua è cresciuta, ma i pozzi sono diventati inservibili. Padre Nayagam Roy Clarence, Direttore della Commissione nazionale per i laici della Conferenza episcopale cattolica dello Sri Lanka, lancia l’allarme.

Nel villaggio di Puhudiwula e in altri villaggi del distretto di Anuradhapura (nel Centro-Nord dello Sri Lanka), racconta p. Clarence a Fides, molti abitanti non possono utilizzare l’acqua presente nelle falde acquifere né per bere né per la cottura dei cibi poiché è inquinata. Il suo utilizzo, infatti, causa una malattia renale cronica, divenuta epidemica nella regione, nota come “Chronic kidney disease of unknown etiology” (CKDu). Secondo gli studi esistenti, questa malattia ancora poco nota sarebbe provocata da acqua contaminata con prodotti chimici. Secondo i dati del governo di Kotte, capitale dello stato insulare, sono oltre 400mila le vittime in tutto il paese e la mortalità è di circa 1.400 persone l’anno. “Di fronte a questa tragedia urgono risposte, e fornire acqua pulita sembra essere la prima soluzione, la più ovvia”, afferma il sacerdote.

Nel 2016, lo Sri Lanka è stato uno dei primi paesi al mondo ad ottenere un contributo del Fondo verde per il clima. Grazie al Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp), il governo cingalese ha beneficiato di 38,1 milioni di dollari per aiutare le comunità – circa 770,500 persone nella zona arida, compresi gli abitanti di Puhudiwula – ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. “Questo programma potrà aiutare le popolazioni locali se le persone adotteranno misure precauzionali per proteggere la salute e la vita”, nota p.Clarence. Ovvero, la gente dovrà convincersi a non utilizzare più l’acqua di pozzi e a comprare l’acqua da bere.

“In questa zona arida del paese, la popolazione è abituata da sempre a lottare per trovare acqua a sufficienza. Il Governo, le Ong e la Chiesa in Sri Lanka devono lavorare insieme per affrontare questi problemi e garantire alla popolazione acqua potabile sicura, migliorando le loro condizioni di vita” conclude p. Clarence.

Milena Castigli

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