In Argentina la droga è la principale causa di morte tra i giovani del Paese sudamericano. L’uso di sostanze stupefacenti è entrato così in profondità nel tessuto sociale che, un anno fa, la Conferenza Episcopale Argentina (Cea) aveva pubblicato il documento “No al traffico di droga, Sì ad una vita piena”, in cui chiedeva di riconoscere la droga come “una tragedia nazionale”. Nelle strade e nei sobborghi delle principali città argentine, dove ricchezza e miseria coabitano in pochi metri di marciapiede, è possibile trovare molti tipi di sostanze. la più utilizzata dai ragazzi – anche per il costo abbordabile – è il “Paco” (Pasta base di Cocaina); ma anche pillole, marijuana, cocaina e alcool vengono ormai spacciati a cielo aperto.
Il Paco, chiamata anche “droga dello sterminio” è una sostanza altamente tossica ricavata dagli scarti delle foglie di coca capace di dare un’elevata assuefazione, diffusasi nei quartieri più poveri di Buenos Aires in seguito alla crisi economica del 2001 per poi catturare anche le classi più ricche.
Per far fonte a tale emergenze, Padre Mariano Oberlin, insieme ai genitori dei ragazzi che hanno avuto seri problemi con la droga, ha fondato un giornale intitolato “La Voz” che informa e aiuta i ragazzi e i genitori che devono combattere contro questo demone. Una lotta costante che si svolge principalmente nella città di Cordoba e nel quartiere in cui operano. Il sacerdote è parroco della parrocchia Crucifixión del Señor, nel quartiere Müller, conosciuto come “inferno” per i molti giovani che cadono nella dipendenza e che sopravvivono per strada.
Nel primo mese dal suo arrivo, in parrocchia morirono 3 ragazzi per overdose. Così, con l’aiuto delle istituzioni provinciali e nazionali, ha costruito una casa – dove oggi vivono 10 ragazzi e altri 10 sono ospiti temporanei – una scuola e due laboratori per imparare un mestiere e per permettere di dare agli abitanti del quartiere un futuro lontano dalle sostanze.
Grazie al quotidiano di Cordoba “La Voz”, il sacerdote racconta le storie di quanti sono usciti dal tunnel e, al contempo, denuncia costantemente la situazione d’emergenza dovuta alla mancanza di supporto delle autorità sanitarie e del governo. Il padre ammette amaramente di poter contare su pochissime risorse economiche per mantenere le varie attività, tra cui lo stesso giornale. Ciò nonostante, l’impegno della comunità di Cordoba non si ferma e continua – anche dalle colonne di un quotidiano – la sua lotta alla droga.
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