LA VOCE DEGLI ULTIMI

In che modo cambia la scuola con il coronavirus

Scuole chiuse per un mese a causa di una malattia infettiva”. Sembra il titolo di un romanzo thriller o di un film di fantascienza. Invece niente di tutto questo: è un titolo giornalistico, racconta la vita reale e ci ricorda quello che sta accadendo in questi giorni nel nostro ed in molti altri Paesi del mondo. L’emergenza coronavirus é esplosa in Italia giovedì 21 Febbraio a Codogno, in Lombardia, ed in soli pochi giorni i contagi si sono triplicati.

Il Governo ha adottato quindi delle misure di prevenzione che consistono nel rimandare congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali, inclusi quelli cinematografici e teatrali, e perfino gli eventi sportivi. Infine il Governo ha dichiarato necessaria la sospensione delle attività didattiche in Italia fino al tre aprile, almeno per ora. Si tratta di una misura drastica, finalizzata ad arginare il contagio. In un primo momento, appena ricevuta la notizia della sospensione scolastica, ero contenta di poter rimanere qualche giorno a casa. Ma poi, con il passare dei giorni, mi sono resa conto di quanto mi manchi poter vedere i miei amici e poter seguire le lezioni in classe con i miei professori.

I contatti con i nostri docenti però sono rimasti, infatti attraverso il registro elettronico e l’iPad che la mia scuola fornisce ad ogni studente ci consente di seguire lezioni tramite video o audio e addirittura in videochiamata in contemporanea a tutti i miei compagni. Infatti ogni mattina mi sveglio presto e tramite email ricevo i compiti che devo svolgere nell’arco della giornata. La parte più nuova, per me, sono proprio le lezioni che faccio con i miei professori. E questo mi fa pensare a due cose: trovo simpatico che talvolta noi “nativi digitali” possiamo sembrare un po’ più avanti dei nostri prof.

L’altra cosa a cui penso è che la tanto discussa “rivoluzione digitale” abbia comunque offerto grandi opportunità anche in momenti di crisi come quella che stiamo vivendo. Come avremmo fatto, infatti, se non ci fossero state le moderne tecnologie digitali in una situazione come questa? La scuola, ai tempi del Coronavirus, diventa più digitale. E ci offre speranze per il futuro perché una soluzione è sempre possibile con l’ingegno e la creatività.

Continueremo a studiare, insomma, nonostante l’epidemia. Va detto però che questa situazione mi fa anche rivalutare l’importanza dei rapporti umani, dello stare insieme. Lo strumento digitale è certamente una grande risorsa, ma nulla può davvero sostituire una ricerca di gruppo, una ricreazione da trascorrere insieme, una lezione scolastica con il professore che ti piace o con quello che trovi più difficile da capire.

Per questo la mia speranza è che questa vicenda difficile che sta attraversando il nostro Paese, non ci cambi nella nostra umanità e che rimanga in noi il desiderio di stare insieme, di guardarci negli occhi e di non perdere il gusto della vicinanza e della socialità. Tutti dicono che l’emergenza coronavirus sta cambiando il nostro modo di vivere e le nostre relazioni, anche a scuola. Speriamo ancora per poco.

Francesca Romana Preziosi

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