Don Michele Birardi è un prete di periferia, in una zona del difficile quartiere di Japigia alle porte di Bari. Lui, direttore della pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Bari Bitonto è sacerdote in una chiesa di frontiera che si fa interprete della voglia di integrazione dei parrocchiani e della popolazione offrendo aiuto e ascolto. Offre aiuto accogliendo persone in stato di disagio, distribuendo cibo e vestiario, donando supporto psicologico a chi è in cerca di lavoro in un quartiere dove si registra una forte presenza della criminalità organizzata.
In una zona un po’ dimenticata all’interno del quartiere Japigia, dove c’è la parrocchia san Luca, non ci sono scuole elementari, né medie, mancano i servizi, non ci sono negozi. Questa è la realtà alla periferia sud di Bari, dove Don Michele Birardi, classe 1973, svolge la sua missione sacerdotale alla guida della parrocchia di San Luca, unico centro di aggregazione. In una chiesa di frontiera Don Michele si trova, quindi, a combattere quotidianamente contro nuove povertà e nuove dipendenze. E la paura che serpeggia nella popolazione per la delinquenza è diffusa.
“É una periferia che richiede attenzione, – spiega Don Michele Birardi a Interris.it – che non vive una situazione di integrazione anche se la vicinanza con il centro permette di sopperire alle mancanze di spazi aggregativi. La nostra è una comunità piccola, semplice, ma al contempo ricca, dal punto di vista spirituale, che si confronta quotidianamente con tante problematiche ed esigenze a cui si cerca, anche se con difficoltà, di dare risposte concrete. Nel periodo dell’emergenza a causa della pandemia di Covid-19, sono aumentate a dismisura le richieste di aiuto riguardo ai bisogni primari, alle quali abbiamo risposto con un grande impegno di volontari e un notevole lavoro di rete con le istituzioni e le associazioni”.
Oltre all’impegnativa attività di parroco Don Michele è anche responsabile della pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Bari Bitonto, che coinvolge gli adolescenti ed i giovani in attività sociali e di fraternità, incontri di formazione, laboratori, ritiri spirituali ed attività culturali.
In occasione dell’appuntamento di rilievo internazionale dello scorso febbraio quando il Papa e i vescovi dei Paesi del Mediterraneo si sono incontrati a Bari per parlare di pace, Don Michele ha messo a punto un ciclo di incontri “Di fronte! Incontri per giovani”, un percorso per conoscere e dibattere il tema della frontiera, considerata come si legge nella presentazione sul sito della Pastorale Giovanile “uno spazio aperto sul mondo dell’altro che ci interpella nella sua diversità. Non serve a delimitare luoghi, a separare…è l’avamposto da cui allenare lo sguardo a riconoscere la speranza in modo da intraprendere il cammino della vita”. “Un’iniziativa che parte dall’idea di affrontare con i giovani i temi della frontiera del vissuto giovanile. Tra i temi al centro dell’incontro il lavoro, l’impresa, l’impegno sociale, scelte, politica, futuro, la relazione con l’altro come invito alla condivisione, l’identità che si apre alle scelte fondamentali della vita” ha raccontato Don Michele.
La “missione” di sacerdoti come don Michele è resa possibile anche grazie alle Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi, a titolo personale o della propria famiglia. L’Offerta è nata come strumento di comunione tra sacerdoti e popolo di Dio e delle parrocchie tra loro. Per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della “Chiesa-comunione” delineata dal Concilio Vaticano II.
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