Secondo il dossier, sono state 657 le esecuzioni nel mondo lo scorso anno e oltre 2300 le sentenze complessive di condanna a morte. Un dato che colpisce è che sono solo tre gli Stati responsabili dell’81% delle esecuzioni capitali; si tratta di Iran, Iraq ed Arabia Saudita. C’è da considerare poi che da questi numeri sono esclusi i dati che riguardano la Cina dove le esecuzioni vengono classificate come segreto di Stato.
E’ incredibile che in un mondo così moderno, che insegue il progresso ed è capace di innovazioni che superano la stessa immaginazione, sia ancora vigente una pena così brutale e disumana. Attualmente la pena di morte è abolita in 114 Paesi, lo è de facto in altri 28, mentre è presente e utilizzata in 56 nazioni. In questa fotografia ci sono barlumi di ulteriore speranza. Tra gli impegni elettorali del nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, c’è quella di lavorare per far abolire la pena di morte. Convinzione che Biden condivide con la sua vice presidente Kamala Harris.
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