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L’impegno di Caritas Foggia per favorire l’inclusione dei bambini rom

Secondo le stime del Consiglio d’Europa la presenza in Italia di rom, sinti e caminanti è compresa in una forbice tra le 120 mila e le 180 mila persone. Di questi, sono circa 26 mila, le persone appartenenti a queste comunità che vivono in condizione di grave emergenza abitativa.

La situazione di Foggia

Nella provincia di Foggia sono presenti duemila rom. Di questi, circa cinquanta famiglie, di origine prevalentemente macedone, vivono nel campo autorizzato di Arpinova, un borgo rurale situato a quasi dieci chilometri dal capoluogo. Al suo interno vivono anche 80 bambini i quali, a causa di problemi di carattere sociale e logistico, hanno delle difficoltà ad usufruire del diritto allo studio.

L’opera della Caritas diocesana

La Caritas diocesana di Foggia – Bovino è da sempre al fianco della locale comunità rom e, nei giorni scorsi, insieme alle altre istituzioni del territorio, si è dato vita ad un momento di confronto dal titolo “Dalla parte dei bambini e delle bambine. Diritti e inclusione scolastica dei bambini rom presenti negli insediamenti”, il cui obiettivo è l’inclusione dei bambini rom attraverso i P.A.R. – Piani di Azione Regionali, ossia un sistema di interventi pilota per la creazione di tavoli locali e network di stakeholder coinvolti a diverso titolo con le comunità RSC, al fine di favorire la partecipazione dei rom alla vita sociale, politica, economica e civica. All’incontro, tra gli altri, erano presenti S.E. mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino, Giuseppina di Girolamo, direttrice della Caritas Diocesana di Foggia-Bovino e Rosa Barone, Assessore al Welfare della Regione Puglia. Interris.it, in merito all’attività di inclusione portata avanti nel corso degli anni dalla Caritas diocesana nei confronti della locale comunità rom, ha intervistato Khady Sene, appartenente al Settore Immigrazione della Caritas di Foggia.

L’intervista

Come nasce l’impegno di Caritas Foggia al fianco dei bambini rom per favorire l’inclusione?

“In qualità di Caritas da sempre abbiamo assistito la comunità rom e, in particolare, le donne con i bambini, attraverso la fornitura di prodotti per l’infanzia e materiale scolastico. Inoltre, mentre facevamo gli ascolti, sono emerse anche altre problematiche, tra cui il tema della scolarizzazione dei bambini. A tal proposito, c’era già un progetto, finanziato dalla Regione, per l’accompagnamento dei minori a scuola con degli scuolabus, il quale però, non è andato a buon fine. Pertanto, in qualità di Caritas, ci siamo impegnati ad attivare un presidio sanitario presso il campo rom di Arpinova, al fine di fornire assistenza anche dal punto di vista sanitario. In seguito, ci siamo resi conto che, i bambini del campo, non vanno a scuola e, di conseguenza, ci siamo presi l’impegno di contattare la Regione Puglia e chi di dovere, per fare un incontro in merito e affrontare questa tematica. Tale incontro è stato molto bello perché la Regione, insieme al Consorzio Nova, è propensa ad attivare dei servizi presso il campo di Arpinova.”

Come si è connotato l’opera della Caritas presso il campo di Arpinova nel corso degli anni?

“Inizialmente non era attivo il servizio di presidio della Caritas presso il campo di Arpinova e gli stessi venivano da noi per usufruire dell’assistenza ai minori e agli adulti a 360 gradi. Successivamente, quando abbiamo partecipato al progetto “Liberi di partire, liberi di restare”, finanziato dalla Cei, abbiamo acquistato un camper – clinica mobile che, con un medico a bordo, ci permette, dallo scorso anno, di fare un presidio presso l’insediamento informale di Arpinova e in quello di Stornara. La comunità rom conosce molto bene il medico, dottor Antonio Scopelliti, che li segue da trent’anni .”

Qual è il vostro impegno e i vostri auspici in merito all’inclusione della comunità rom?

“Al livello economico, ad esempio, sosteniamo alcuni abitanti del campo che trovano una sistemazione in città. Tra questi c’è un ragazzo che ha lasciato il campo per venire a vivere nella città di Foggia, dove ha trovato una piccola abitazione dove vivere in modo dignitoso. Lo stesso, dopo aver avuto un incontro con la direttrice della Caritas Giuseppina Di Girolamo, ha detto di aver perso il lavoro durante la pandemia e quindi, dopo la perdita del lavoro anche da parte della moglie, erano impossibilitati a pagare l’affitto di casa e a mandare i figli a scuola. Pertanto, dopo aver fatto l’ascolto in Caritas, sono stati aiutati con due mensilità dell’affitto e ora cercheremo di aiutarli a cercare lavoro. Inoltre, su questo versante, collaboriamo con l’ufficio Migrantes della Caritas della Diocesi di Foggia – Bovino.”

Christian Cabello

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