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Il gioco d’azzardo durante il coronavirus: cosa cambia?

Ai tempi del coronavirus la questione delle dipendenze e dei consumi emerge come un drammatico effetto collaterale. Il Governo ha introdotto misure che determinano la limitazione degli spostamenti di tutti i cittadini, che vietano le aggregazioni e gli assembramenti e soprattutto ha disposto la chiusura delle sale da gioco, da scommesse e di videolottery, dei punti lottomatica e lo spegnimento delle slot machine (avvenuto con determina del 21.3.2020 dell’Agenzia delle dogane insieme con la sospensione di Superenalotto, Lotto e simili). Le misure di contenimento dell’emergenza sanitaria hanno quindi ridotto, notevolmente, l’accesso alla rete fisica del gioco d’azzardo almeno quella legale. Per capire in che modo questa situazione abbia influito sul giocatore accanito interris.it ne ha parlato con l’avvocato avv. Rita Tuccillo, docente di Diritto dell’Informazione digitale Università degli Studi della Tuscia.

Non poter andare nelle strutture fisiche delle sale da gioco potrebbe invogliare al gioco on line?
“I giocatori non potranno recarsi nelle sale da gioco ma non potranno neppure fare spostamenti che non siano giustificati da necessità e il gioco d’azzardo non rientra nell’alveo dei motivi di necessità fissati dal Governo. Di certo la facilità di accesso alla rete internet e la molteplicità di siti che offrono i più vari giochi d’azzardo online potrebbero rappresentare un incentivo per i giocatori a modificare la propria pratica, inducendo al gioco online. Peraltro il gioco online, che è strutturalmente privo di limiti spazio-temporali, e l’isolamento sociale potrebbero costituire una pericolosa combinazione. I giocatori d’azzardo potrebbero infatti dedicare gran parte delle proprie giornate a questa pratica, causando un aggravio delle problematiche già esistenti. Allo stato però non vi sono dati certi sull’eventuale aumento del gioco online, per una stima dovremmo aspettare ancora un po’ di tempo. Un altro rischio che questo isolamento forzato porta con se potrebbe essere l‘incremento di giochi d’azzardo illegali e dunque la crescita di fenomeni sommersi”

Quali possono essere i servizi a sostegno dei ludopatici?
“Molte Aziende Sanitarie Locali hanno dei servizi dedicati a questa patologie e in ogni caso i SERD – Servizi territoriali per le dipendenze sono strutturati in modo da accogliere i giocatori d’azzardo ed avviare un percorso di riabilitazione. Questi percorsi dovrebbe comprendere non solo i necessari interventi psicologici e sociologici, ma anche consulenze di carattere economico e legale. Può in molti casi essere opportuno intervenire sulla capacità del giocatore di compiere ulteriori atti economicamente dannosi per se stesso e per la famiglia, con strumenti quali l’amministrazione di sostegno, oppure ricorrere ad alcune misure di sostegno finanziario, quali la composizione della crisi e sovraindebitamento introdotte nel 2012 (l. 3/2012) che consente alle persone di rivolgersi ad un organismo di composizione della crisi per ripianare i propri debiti, con un accordo con i creditori. Non dimentichiamo il fondamentale ruolo svolto dalle associazioni antiusura che si occupano di aiutare la ripresa economica delle persone in difficoltà”.

Che incidenza ha sulla propria famiglia il giocatore d’azzardo?
“Purtroppo è difficile avere la reale percezione degli effetti sulle persone e sulle famiglie della dipendenza dal gioco d’azzardo. La dipendenza dal gioco d’azzardo può causare problemi che comprendono l’indebitamento, la crisi dei rapporti coniugali e familiari, negligenza sul lavoro, incrementare il compimento di azioni illegali e perfino il ricorso all’usura. D’altra parte ormai anche lo Stato ha manifestato la piena consapevolezza della pericolosità insita a questa dipendenza, pensiamo alla promulgazione del cd. Decreto Dignità che ha limitato la pubblicità dei giochi d’azzardo”.

Quali sono i rischi?
“I rischi sociali che la dipendenza da gioco d’azzardo porta con se sono molteplici: un rischio lavorativo, inteso quale ridotta capacità lavorativa; un rischio relazionale e affettivo, che può comprendere separazioni, divorzi e dunque costi di giustizia; rischio sanitario considerato il disturbo da gioco d’azzardo una malattia che necessita di riabilitazione, gravante sulla spesa sanitaria; rischio sociale, che comprende l’incremento di attività illecite e, dunque, della illegalità”.

 

Rossella Avella

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